L’Enoteca Italiana continua nell’intenso di lavoro di presentazione del progetto, in attesa che si sciolga il nodo (fondamentale) della sede, che ovviamente i proprietari del marchio auspicano possa essere la sede storica della Fortezza. Ieri Elena D’Aquanno, alla guida della cordata di imprenditori che sostiene l’operazione, è tornata a Roma al ministero dell’Agricoltura dove ha incontrato il sottosegretario Patrizio La Pietra. In mano, il dossier basato su tre parole: riprogettazione, riqualificazione, ripartenza. E non è un caso che la foto di corredo sia quella dei locali storici.
"Al ministero conoscevano già bene la nostra idea – afferma D’Aquanno –. Questo incontro, per cui ringrazio l’onorevole Michelotti che dall’inizio si è interessato alla nostra proposta, è stata l’occasione per rimarcare le progettualità che vorremmo mettere in campo". E qui arriva un tema cruciale, il ’dove’. In Comune si sta valutando la possibilità di proporre una manifestazione di interesse per locali che, a monte, necessiteranno di importanti lavori di ristrutturazione. Gli atti dovrebbero essere completati a breve e ovviamente l’Enoteca parteciperà a qualunque tipo di selezione verrà proposta dal Comune.
"Abbiamo sempre detto chiaramente – afferma D’Aquanno – che per noi la Fortezza è il luogo naturale per far ripartire Enoteca Italiana. Nella consapevolezza, chiaramente, che l’amministrazione farà tutti i propri passi per tutelare e valorizzare un proprio bene. Noi siamo pronti a partecipare quando sarà possibile".
In quel ’noi’ figurano nomi come Mulinum, Vini di Toscana di Margheriti, Il Girasole, autonoleggio che in realtà opera anche come tour operator turistico. Poi il coinvolgimento dell’Accademia della Vite e del Vino e soprattutto la prospettiva di creare una Fondazione intorno al marchio storico Enoteca Italiana. E ovviamente Elena D’Aquanno, imprenditrice nel settore dei rifiuti.
A breve il Comune dovrebbe compiere i propri passi sulla Fortezza, poi si capirà se l’Enoteca tornerà laddove è stata ospitata per decenni, fino al declino e al fallimento degli anni scorsi.
Orlando Pacchiani