![](https://www.lanazione.it/image-service/version/c:MmU1M2I1ZTYtMDg1MC00:MDg2Yjhm/migration.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
E’ sotto la lente anche in Italia l’epatite acuta pediatrica di natura sconosciuta già segnalata in Europa. Sono stati identificati in Italia una decina di casi di epatite in bambini sotto 10 anni e un caso si è avuto in Toscana relativo ad un piccolo ricoverato al Meyer a Firenze e poi trasferito a Roma; sono quasi 200 nel mondo; una patologia la cui natura è ancora sconosciuta e che in pochissimi casi più gravi ha portato al trapianto di fegato. "I primi casi sono stati accertati in Scozia, poi in tutto il Regno Unito, fuori dall’Europa in Alabama. La situazione è in divenire e il Ministero della salute ha diffuso una circolare invitando ospedali, medici di medicina generale e pediatri a segnalare immediatamente casi sospetti" conferma il professor Mario Tumbarello, direttore dell’Unità complessa Malattie infettive e tropicali dell’Aou Senese.
Professore, di cosa si tratta?
"La causa non è nota. Non sono i virus noti da epatite, è stata ipotizzata una causa infettiva come anche una tossica. Ma non c’è ad oggi alcuna evidenza: nel 40 per cento dei bambini con epatite acuta è stato diagnosticata la presenza di un adenovirus, che non è però causa abituale di epatite; e il 5-10 per cento dei casi sono finiti con trapianto di fegato. Queste le sole certezze".
Può esserci un legame con il virus Sars Cov-2?
"Il legame col il Covid è poco probabile, visto che solo il 10 per cento di bimbi con epatite era positivo per Covid. Non c’è sicuramente legame con il vaccino anti Covid visto che i bambini più piccoli non sono stati vaccinati".
Quale è la sintomatologia?
"Inizialmente vomito e nausea, sintomi gastroenterici quindi, un colorito giallo della cute e degli occhi; la febbre è molto rara".
Tornando al virus responsabile della pandemia Covid, è depotenziato a questo punto?
"‘Pericoloso dirlo in presenza di un centinaio di decessi al giorno ancora in Italia: i numeri di oggi non sono riferibili ad una situazione normale. Certo l’aggressività della variante Omicron è minore rispetto alla Delta, ma il numero di decessi quotidiani non è accettabile".
Le attuali varianti sono però più contagiose?
"Non è una sorpresa: perché il virus replicandosi tende a divenire più efficiente. La storia poi ci insegna che i virus respiratori in estate circolano meno e questa è la nostra speranza, per fermare la circolazione, insieme all’unica arma preventiva che è la vaccinazione".
Poi ci sono anche gli antivirali?
"Sì, sono somministrabili entro 5 giorni dal contagio avvenuto e solo su persone a rischio di sviluppare una forma grave della malattia. Comunque funzionano bene: sono stati autorizzati da Aifa subito dopo la Befana e in quattro mesi alle Scotte abbiamo trattato oltre 300 pazienti. Ne sono disponibili tre in Italia: uno somministrabile endovena solo in ospedale e due per via orale, quindi sono compresse; per una di queste pillole (il Paxlovid), da pochi giorni Aifa ha autorizzato la prescrizione anche da parte del medico di medicina generale con dispensazione presso le farmacie".
Paola Tomassoni