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Fabio Bargagli Petrucci, storico, politico e amministratore della città Oggi evento alla Sala delle Lupe
Era il 13 febbraio 1875 e nasceva Fabio Bargagli Petrucci: storico, politico e amministratore della città. A 150 anni esatti dalla nascita di questo "colosso" della storia senese, di lui possiamo dire come si usa in certi casi, dopo la sua scomparsa del 1939, che nulla fu uguale a prima, per il suo grande contributo di fare di Siena una città importante a livello europeo degna della sua storia, pronta ad un possibile futuro. Ma lasciamo la parola ad Alessandro Leoncini, storico che ha scritto e fatto molte ricerche su questo illuminato senese di primo novecento.
Sindaco, podestà, studioso: quale la sua grande lezione ancora oggi valida?
"Bargagli Petrucci è stato indiscutibilmente il principale protagonista della cultura senese della prima metà del Novecento. Anche se il suo ricordo è tuttora molto discutibilmente tenuto in ombra, da lui possiamo tutti imparare l’amore non inutilmente romantico ma concretamente fattivo per la città. Bargagli Petrucci studioso di storia".
Quale il suo approccio e quali i suoi meriti?
"Chi si è occupato, e si sta occupando della sua attività culturale ha inspiegabilmente trascurato la sua formazione scolastica e universitaria. È curioso constatare che al liceo Bargagli non era affatto uno studente brillante. La svolta che lo fece diventare un vero intellettuale di livello nazionale è dovuta al clima che si respirava a Siena in quegli anni: nel 1893 l’Università era scampata a una proposta di soppressione perché troppo piccola, e nello stesso anno erano state fondate ben tre riviste storiche: la Miscellanea Storica Senese, il Bullettino Senese di Storia Patria e Studi Senesi del Circolo Giuridico. E le ultime due sono ancora vive e vegete. Tra il 1893 e il 1898 all’Accademia dei Rozzi fu tenuta una serie di eccezionali conferenze tenute da storici del livello di Pietro Rossi, Lodovico Zdekauer, Carlo Calisse e altri che fanno ancora testo. Dopo il liceo Bargagli Petrucci si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza e lì ebbe la fortuna di avere per docenti Rossi, Zdekauer, Adolfo Rossello che destarono il suo interesse sulla storia medievale e sulla storia del Diritto. Non dimentichiamo che mentre Bargagli era studente Zdekauer pubblicò il Constituto del Comune di Siena del 1262, un documento fondamentale per la storia di Siena nel medioevo e credo che l’interesse di Bargagli per la storia della città sia nato anche da questi docenti davvero eccezionali. Si laureò nel 1896 con 102/110 e forse iniziò subito a lavorare alla sua principale opera editoriale, Le fonti di Siena e i loro acquedotti, che uscì nel 1906 ed è ancora dopo più di un secolo ancora validissima".
Sindaco e Podestà ma negli ultimi tempi fu messo da parte dalla politica. Perché?
"Bargagli non ebbe nessun timore di opporsi con successo al tentativo attuato dal senatore Bruchi di "desenesizzare" il Monte dei Paschi. Una posizione che non poteva rimanere senza conseguenze. E infatti venne fatto dimettere da podestà, ma aveva difeso la banca e quindi la città. Ogni confronto con gli ultimi decenni sarebbe impietoso. E non è affatto bello che anche oggi alcune delle istituzioni che più sono state beneficiate da Bargagli, non si attivino per celebrare adeguatamente questo grande senese".
Se dovesse raccontarlo ai giovani in una sola frase, quale sarebbe?
"L’orgoglio, non quello becero e sterile di essere senesi. Con tutti i pregi e i difetti della nostra storia".
Massimo Biliorsi