RICCARDO BRUNI
Cronaca

’Ero un bullo’, la storia di Daniel

Dal provino fallito per l’Inter a capo di una baby gang. Le risse, le rapine, poi il carcere che gli cambia la vita

’Ero un bullo’, la storia di Daniel

Siena, 14 febbraio 2023 – Alle medie, Daniel è un bullo. Viene da una famiglia difficile, nella periferia di Milano. Ha la sua baby gang, organizzava risse e un giorno arriva anche a rapinare una banca, armato di un taglierino. Un bottino da diecimila euro, che poi spende per comprarsi vestiti firmati. Vuole essere uno di quelli che girano col macchinone, prenotano un tavolo in discoteca con tante bottiglie e si vestono con capi costosi che ostentano come fossero scalpi. Vuole diventare un boss.

E invece finisce dentro. Prima il carcere minorile, il Beccaria, poi San Vittore. E proprio durante la detenzione in lui qualcosa cambia. La sua storia è raccontata da Andrea Franzoso, che è stato per otto anni un ufficiale dei carabinieri e oggi si occupa di educazione civica. Il libro si intitola ‘Ero un bullo: la vera storia di Daniel Zaccaro’ e domani (mercoledì 15) alle 17.30 sarà presentato all’Auditorium ChiantiBanca, in collaborazione con la Libreria Mondadori. Insieme all’autore ci sarà anche Daniel, che oggi ha trent’anni e fa l’educatore.

Come tutte le grandi storie anche questa ha un punto di inizio preciso. Un campo di calcio, un ragazzino in campo, suo padre che si aspetta da lui grandi cose, perché pare che l’Inter lo stia seguendo. Il ragazzino è proprio lui, Daniel. E quando arriva il momento di segnare il gol decisivo, sbaglia il tiro.

"Suo padre si era impossessato del suo sogno – racconta Franzoso – e per questo nutriva aspettative esagerate. Daniel, come tutti, avrebbe avuto bisogno di un padre che lo sostenesse nell’insuccesso, non di un padre giudicante. Non che questo spieghi tutto, comunque. Sua sorella è cresciuta nella stessa famiglia e non ha mai commesso un reato, ma ci aiuta a capire. E capire è tutto".

Daniel, invece, impara a nascondere quel senso di fallimento per il sogno mancato dietro una maschera violenta. Prende la sua cattiva strada, che però lo porta in carcere. Ed è lì che inizia la sua nuova vita. "Mi sono imbattuto in questa storia per caso – racconta Franzoso – perché ero venuto a sapere di questo giovane con un passato difficile che poi si è laureato ed è diventato un educatore. Volevo raccontare la sua storia. E quando ci sia siamo conosciuti lui era entusiasta dell’idea, perché quando era in carcere, mi ha detto, a salvarlo sono stati i libri".

In carcere Daniel incontra un’anziana professoressa di lettere in pensione, che lo aiuta a riprendere gli studi. Prima il diploma, poi la laurea magistrale in Scienze dell’educazione. Ad aprile prenderà la specialistica. "Quando ha ripreso gli studi – racconta Franzoso – Daniel ha capito che aveva bisogno di parole. Perché si è reso conto di non conoscere le parole per raccontare sé stesso, il suo vissuto, la sua rabbia. E quando ha imparato a farlo, quella rabbia finalmente si è iniziata a sciogliere. Ed è questo che oggi vuole raccontare ai ragazzi". Insieme a loro domani pomeriggio ci saranno anche il rettore dell’Università per stranieri Tomaso Montanari, lo scrittore e docente Francesco Ricci e il cardinale Augusto Paolo Lojudice. Durante tutta la settimana, Franzoso incontrerà anche gli studenti delle scuole senesi.