ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Espulsi quaranta stranieri. Dati raddoppiati nel 2025

Rimpatriati in Egitto due uomini arrivati per un lavoro mai concretizzato. L’irregolarità riscontrata dall’ufficio immigrazione della Polizia di Stato.

Operazione contro l’immigrazione irregolare della Polizia di Stato

Operazione contro l’immigrazione irregolare della Polizia di Stato

Quaranta stranieri espulsi dall’inizio dell’anno "poiché trovati in posizione di irregolarità rispetto alla normativa che disciplina il soggiorno sul territorio nazionale", più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno perché l’incremento registrato è stato del 230 per cento.

Numeri comunicati dalla questura di Siena che ieri ha annunciato l’espulsione di due cittadini egiziani di 26 e 35 anni.

Erano arrivati a settembre 2024 con un visto di ingresso per lavoro ma, a quanto riscontrato, non hanno mai sottoscritto il relativo contratto. Una situazione emersa durante un controllo e da qui l’espulsione con decreto del prefetto di Siena e conseguente provvedimento di accompagnamento coattivo disposto dal questore. Dopo la procedura di convalida da parte del giudice di pace, i due uomini sono stati imbarcati direttamente sul primo volo utile per il rientro in Egitto.

Un risultato frutto delle attività di controllo realizzate dall’ufficio immigrazione della questura di Siena, così come già indicato dal questore Ugo Angeloni in occasione dei vari momenti di comunicazione collegati all’anniversario della fondazione della Polizia di Stato. "Nei giorni scorsi – si sottolinea in una nota della Polizia di Stato – l’attenzione si è soffermata anche sulla verifica del rispetto delle procedure di ingresso connesse ai cosiddetti flussi".

In base a tali norme, "colui che ottiene un visto di ingresso per motivi di lavoro deve successivamente sottoscrivere un contratto con il datore di lavoro che ne richiede l’impiego. In mancanza di ciò lo straniero diviene un clandestino e deve essere sottoposto ai provvedimenti amministrativi susseguenti. In altri termini, il visto di ingresso non deve costituire motivo per una differente permanenza sul territorio, rispetto a quella preliminarmente autorizzata".

Le verifiche condotte dall’Ufficio immigrazione di Siena hanno appunto consentito di rilevare la mancanza del regolare contratto, mai sottoscritto con il datore di lavoro che li aveva richiesti. "Un risultato operativo – conclude la nota della Polizia – che testimonia la massima attenzione al rispetto della legalità nelle procedure di ingresso nel nostro Paese previsto dalla vigente normativa".