Siena, 30 settembre 2020 - «Era molto benvoluto, anche da noi carabinieri. Veniva in caserma a potare gli olivi. Mai avremmo pensato che fosse capace di una cosa del genere", ammette il comandante della stazione dei carabinieri di Poggibonsi Giulio Siciliano. Che pure ha condotto l’inchiesta a seguito della quale Casimirro Delli, classe 1928, è ora accusato davanti ai giudici della Corte di assise di omicidio aggravato. Il 21 febbraio 2019 ha ucciso sua moglie, Neda Vannoni, nel letto della loro abitazione di via Boninsegna, a due passi dal fiume Staggia a Poggibonsi. "L’ha soffocata strangolandola con le mani e l’uso di un lenzuolo", legge in avvio di udienza l’imputazione il presidente della Corte di Assise Roberto Carrelli Palombi. Non c’è in aula Casimirro Delli, ultranovantenne e per una vita postino a Poggibonsi. Non ci sono i suoi familiari. E già dalle prime testimonianze emerge la tragedia umana dietro questa vicenda che nella mente dell’anziano quel giorno doveva finire con un omicidio-suicidio. "Il 118 segnalò che avevano trovato un cadavere in un’abitazione in via Boninsegna, al secondo piano", ricostruisce nella testimonianza il comandante Siciliano sollecitato dal pm Silvia Benetti. "Il dottore stava medicando l’anziano, evidentemente confuso, ferito ad una mano e alla gamba destra quando arrivai – prosegue –, aveva già raccontato l’accaduto. Ferite conseguenza di gesti di autolesionismo, si voleva uccidere dopo aver tolto la vita alla moglie. Si era gettato nello Staggia, poco distante da casa. Ma l’acqua era bassa , non riuscì nell’intento. Perciò rientrò a casa dove prese i coltelli che poi abbiamo sequestrato". Ma sono quei "foglietti", così li definisce il maresciallo, letti in aula, che rappresentano un pugno allo stomaco. Raccontano il movente di un dramma che, a caldo, i vicini di casa della coppia avevano definito "un gesto d’amore, non c’è altra versione". Quattro erano stati scritti a mano da Delli, che li aveva lasciati sul tavolo. "Uno era indirizzato ai carabinieri, un saluto a tutti e a Rocco, un nostro appuntato – spiega Siciliano; un altro era indirizzato ai figli ‘Siccome mamma è andata via di testa se potete perdonatemi. Sono crollato’, recitava. Un terzo era per gli amici del circolo del Romituzzo, l’ultimo per una persona vicina alla famiglia". Sia il comandante che il testimone successivo, il brigadiere Francesco Di Mauro, parlano del quinto biglietto. Dove c’era scritto ‘Sono nel fiume’. Emerge dunque come l’anziano avesse pianificato l’omicidio-sucidio senza riuscire però nell’intento. A provarlo anche quella macchina bagnata su cui era risalito dopo aver tentato, invano, di farla finita gettandosi nello Staggia.
«Chiediamo una perizia psichiatrica su Casimirro Delli volta a verificare la sua capacità di intendere e volere al momento del fatto», aveva rotto il ghiaccio il difensore dell’anziano Emiliano Ciufegni. Che deposita documenti, fra cui due tac effettuate dal suo assistito nel 2019, che evidenziano a suo dire un declino cognitivo. Sarà un aspetto centrale del processo d’assise visto che i giudici, dopo circa 45 minuti di camera di consiglio, dispongono l’accertamento. Ad effettuarlo sarà il professor Marchi di Firenze. L’incarico verrà assegnato nella prossima udienza delle tre già fissate. «Il nostro consulente tecnico, posso anticiparlo, è Costante Vasconetto», dice alla Corte l’avvocato Ciufegni. Quanto al pm Silvia Benetti, dopo aver ascoltato i due carabinieri che effettuarono i rilievi, rinuncia ad alcune testimonianze che sarebbero fotocopia ma chiede di sentire il maresciallo Paolo Sbraga della compagnia di Poggibonsi, delineando la possibilità di esaurire i testi dell’accusa già nella prossima udienza.