Diego Mancuso
Cronaca

L’ex sovrano della Malesia prenota l’intero ristorante, poi visita Montepulciano

Il sultano ha fatto una visita privata con alcuni familiari nella cittadina. Fino al 30 gennaio scorso era stato capo dello stato monarchico

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L'auto dell'ex sovrano

Montepulciano (Siena), 30 settembre 2024 – Quando, nella tarda mattinata di ieri, una colonna di grosse berline nere è entrata nel centro storico di Montepulciano, l’atmosfera, fino a quel momento resa lieve e rumorosa dalla presenza di tantissimi turisti, si è improvvisamente come rarefatta. La curiosità ha preso il sopravvento sul tipico brusìo prodotto dal passeggio e gli sguardi si sono rivolti sui mezzi, fermatisi poco prima della torre di Pulcinella. Sono scese numerose persone, dagli inequivocabili tratti orientali, entrate poi nel ristorante “L’Altro Cantuccio”. Si è così diffusa a gran velocità la notizia, fino a quel momento riservatissima, della presenza a Montepulciano di Al-Sultan Abdullah Ri’ayatuddin Al-Mustafa Billah, sultano di Pahang e Yang di-Pertuan Agong, ovvero capo di stato monarchico della Malesia fino al 30 gennaio scorso, quando è scaduto il suo mandato quinquennale.

In mezzo a completi blu e impeccabili cravatte scure, l’ospite, 65 anni, è apparso in una comoda e semplice tenuta da turista, con una polo a righe, cappellino da baseball ben calcato sulla fronte e sneakers chiare ai piedi, outfit che conferma il carattere privatissimo e informale della visita. Una presenza, comunque, di altissimo prestigio. L’ex-monarca è giunto a Montepulciano, pare proveniente da Firenze, con alcuni familiari, accompagnato dal personale diplomatico e da un gruppo di assistenti: una trentina di persone che hanno prenotato in esclusiva il ristorante, chiedendo una saletta riservata per Abdullah e il suo seguito. Massimo riserbo sul menù, anche se pare che il sovrano abbia chiesto un’insalata di frutta fresca; il resto del gruppo ha invece gradito l’offerta del giovane chef Mattia Putzulu, grande appassionato dell’Asia, con influenze anche sulla sua cucina, e forse per questo scelto dall’ambasciata. È seguita una passeggiata nel centro sempre affollato, con tanto di shopping di prodotti tipici alla Porta della Cavina.