di Laura Valdesi
SIENA
La gelosia, sempre quella. L’impossibilità di rassegnarsi alla fine di una relazione quando non funziona più. E le strade si separano. Arrivando a compiere eccessi, a minacciare persino l’uomo con cui l’ex si era ricostruita una vita. E intendeva chiudere con il passato. Al telefono, ha ricostruito la procura in tempi particolarmente rapidi visto che i fatti si riferiscono al periodo fra il dicembre scorso e la primavera, gli avrebbe detto non solo che intendeva menarlo ma anche che era intenzionato ad investirlo con la macchina. Frasi che non fanno dormire la notte. Che rendono l’esistenza un inferno in terra. L’avvocato Roberto Ivan Picci, che assiste la donna residente nel territorio del comune di Montalcino, ha preso a cuore il caso. E si è opposto, davanti al gup Sonia Caravelli, al patteggiamento chiesto dall’imputato sottolineando per esempio che per accedere alla sospensione della pena occorre effettuare un programma di recupero. Il gup Caravelli ha quindi rinviato l’udienza in modo che si tenga conto anche di tale aspetto e degli altri dettami legislativi previsti in questi casi. Si torna dunque in aula a dicembre.
L’uomo ha il divieto di avvicinarsi alla persona offesa a cui, secondo la procura, avrebbe fatto stalking non accettando la fine del rapporto. Arrivando al punto, esasperato, di prendere a pugni il portone di casa. Voleva vedere sua figlia ma lei non era dello stesso avviso. Così si era inalberato staccando, per la forza dei colpi, un pannello che ha centrato l’adolescente. E una volta dentro l’appartamento si era avventato contro la donna stringendo il fazzoletto che portava al collo. Un grande spavento, al pronto soccorso delle Scotte dove si era rivolta le avevano dato alcuni giorni di prognosi. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, dopo mesi di paura per la sua incolumità e per quella dei propri cari. E il timore, come detto, che l’ex investisse con la macchina il nuovo compagno. Oppure che mettesse in atto il proposito che le aveva comunicato di impiccare i cani. L’accusava poi di non saper fare la madre, non voleva assolutamente che la figlia avesse a che fare con la persona che stava accanto alla compagna di un tempo. Non era più vita per la donna, ora parte offesa. Nè per lei, né per i suoi familiari. Così ha chiesto aiuto.