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Falconeria a Belforte, tutti i ’segreti’ di un’arte Una passione che per Guglielmo è stile di vita

La gestione dei rapaci richiede impegno, tempo e spazio. Oltre al sacrificio

Guglielmo Ventimiglia di Monteforte è il falconiere di Belforte, una frazione di Radicondoli. Questa passione è da sempre per lui uno stile di vita, diventato poi un lavoro a tutti gli effetti. Dopo un’esperienza lavorativa in un parco tematico in provincia di Rimini durata 15 anni, Guglielmo si trasferisce a Belforte con la sua famiglia, dove già possedeva una casa. Belforte è tranquillo ed è ottimo per il mantenimento e l’addestramento dei rapaci. Qui si trova molto bene perché, anche se differente dalla Sicilia, la sua terra Natale, si sente a casa. A grandi linee la falconeria è il rapporto di fiducia che si instaura tra l’uomo e il falco. Utilizzata sin dal 4.000 a.C a scopo di caccia e magnificata in Italia da Federico II di Svevia (suo lontano antenato), oggi viene utilizzata principalmente a scopo dimostrativo. Oggi la caccia col falco non viene più effettuata a causa della mancanza delle prede naturali dovuta all’inquinamento, alla forte pressione venatoria, alla difficoltà di gestire le aree faunistico-venatorie e all’eccessivo impatto dell’uomo sull’ambiente. Per questo i rapaci oggi vengono allenati all’inseguimento di una finta preda e successivamente nutriti con pezzi di carne. La gestione dei rapaci richiede sacrificio, dedizione, impegno, tempo e spazio.