REDAZIONE SIENA

Fattorini, nuovo priore dell’Aquila: "Privilegio rappresentare la Contrada"

Sabato scorso l’insediamento. "Una comunità che deve restare viva coinvolgendo tutte le generazioni"

Si conoscono da una vita il neo priore dell’Aquila Gabriele Fattorini e il capitano Duccio Carapelli. La priorità della Contrada è vincere il Palio

Si conoscono da una vita il neo priore dell’Aquila Gabriele Fattorini e il capitano Duccio Carapelli. La priorità della Contrada è vincere il Palio

di Laura Valdesi

SIENA

L’Aquila è nel suo dna. C’è nato e cresciuto. La seconda famiglia. Di cui adesso Gabriele Fattorini ha la responsabilità essendo diventato priore della Contrada a seguito delle elezioni avvenute prima di Natale. Professore associato di Storia dell’arte all’Università di Firenze presso il Sagas (Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo), ha già dato un contributo prezioso all’Aquila sotto il profilo della tutela e del recupero del patrimonio.

Priore Fattorini, si è insediato sabato scorso. Che effetto fa essere diventato priore della sua seconda famiglia?

"Un grande onore. E’ già un privilegio essere dell’Aquila, un privilegio ancora maggiore essere chiamato a rappresentarla".

Quale è stato il messaggio nel discorso di insediamento?

"La Contrada è una comunità che deve restare viva attraverso il coinvolgimento di tutte le generazioni, tenendo bene a mente il nostro passato. E tutti noi dobbiamo impegnarci perché la Contrada continui a esistere in futuro".

Alle spalle una decina di anni come pro-vicario e poi vicario: cosa le servirà di più dell’esperienza accumulata finora?

"Tutto. In Contrada è sempre bene partire dall’esperienza e per questa ragione credo molto nel valore della continuità. Di questo lungo periodo, che negli ultimi anni mi ha visto al fianco di Francesco Squillace, sono stati utili tutti i giorni, sia quelli belli che quelli brutti, proprio come nella vita".

L’Aquila come ha accolto Fattorini?

"Sabato è stata una bella serata, c’è un clima positivo nel rione".

La priorità della Contrada è la vittoria del Palio?

"Direi di si, ma questo compito spetta al capitano. A me tocca la gestione quotidiana e collaborare con tutti per il futuro dell’Aquila".

Che rapporto c’è con Duccio Carapelli?

"Ottimo direi. Lo conosco da quando era bambino e andavo a prenderlo a casa per fare il Minimasgalano. Era molto piccolo di età ma grande di statura già allora. L’accompagnavo a casa di suo nonno".

Non c’è bisogno di molte parole fra voi per intendervi...

"Esatto".

Continuità: ci sono progetti da proseguire, anche sul versante culturale?

"Dobbiamo lavorare a progetti pensati per migliorare i luoghi della nostra aggregazione e della nostra memoria, muovendo da idee emerse già nell’ultimo seggio e che dobbiamo provare a trasformare in realtà".

Palazzo del Capitano’

"Un edificio al quale appunto l’Aquila è storicamente molto legata, fin dai tempi di Giovanni Antonio Pecci; senza dubbio un luogo del cuore. Ci piacerebbe molto collaborare a un piano di riqualificazione finalizzato a restituirlo alla città, insieme con la Fondazione Monte dei Paschi, un’istituzione cui siamo grati per averci concesso di acquisire il cortile lastricato intorno al quale ruota l’attività del Circolo ’Il Rostro’".

Sogni nel cassetto?

"Mi piace tenerli nel cassetto, finché non sono realizzati".

Sua moglie Laura Bonelli è stata priore vittorioso del Drago e presidente del Consorzio per la tutela del Palio.

"In questi ruoli la riservatezza è fondamentale, e quindi in casa non parliamo di questioni contradaiole. Certe cose non possono essere condivise (ride, ndr.), ci siamo ’divisi’ persino i figli!".

Anche nell’Aquila, come in molte Contrade, c’è una bella partecipazione dei giovani.

"Come ho sottolineato all’insediamento i giovani aquilini hanno un amore smisurato per la loro Contrada. Una cosa molto bella. Vivono in una Siena molto diversa da quella che ho conosciuto alla loro età, e noi possiamo tracciare i binari, lasciandoglieli percorrere nel modo migliore, perché il futuro è loro".

La prima uscita ufficiale?

"A breve in Magistrato".

Niente ordinanza Martini, per adesso.

"Se abbiamo la consapevolezza del valore del Palio non dobbiamo temere niente. Questo gioco, molto serio, che facciamo da secoli, è una metafora della vita e una delle feste più belle ed emblematiche dell’umanità. Dunque finora deve essere stato gestito molto bene, anche al confronto di com’è gestito il mondo intorno a noi".