Tommaso Strambi
Cronaca

Invito a cena con festino a luci rosse. Ristoratore arrestato, trema la Siena bene

I carabinieri irrompono durante una serata, trovato mezzo chilo di cocaina "LA COCAINA NON ERA MIA"/CENE A BASE DI COCAINA E SESSO

Sesso a pagamento (Germogli)

SIENA, 25 settembre 2014 - GLI INGREDIENTI ci sono tutti. Droga ( cocaina purissima), sesso (giovani ragazze disinibite e, soprattutto, disponibili), un ristoratore e i suoi «amici danarosi», per lo più medici, professori universitari e avvocati. Di solito si ritrovavano nei fine settimana per una cena. Pici, carne alla brace e vino rosso (che in provincia di Siena certo non manca). Ma la buona cucina era solo l’aperitivo di serate ben più trasgressive. Sparecchiati i tavoli, infatti, si stendevano le piste di ‘polvere bianca’ e ci si lasciava andare alle bollenti passioni. Evasioni dalla routine quotidiana. Tra maggiorenni consenzienti. Se non fosse per quelle nuvole di ‘coca’ che salivano nelle narici attraverso le banconote da cinquanta e cento euro, come le bollicine dello champagne.

SABATO SCORSO, quando i carabinieri sono entrati in azione sulla base di voci sempre più insistenti e precisi racconti sui quei festini, a casa di Fabrizio Fantoni hanno rinvenuto mezzo chilo di cocaina. Un quantitativo decisamente elevato per giustificarlo con l’uso strettamente personale. Anche perché « il Conte», come lo chiamano entro le mura, proprietario di un ristorante all’interno del Castello di Monteriggioni, ha giurato e spergiurato davanti al gip che lo interrogava nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto: «Io non ho mai sniffato cocaina e la droga trovata non è mia».

Punto e basta. Ma i ‘ festini’ (ai quali partecipavano non solo la ‘Siena bene’, ma anche insospettabili professionisti che arrivavano appositamente da fuori provincia) quelli no, non li ha negati. Anzi. Ma mettendo subito in chiaro, davanti al suo avvocato di fiducia, l’avvocato Carla Guerrini, che lui da quelle serate particolarmente euforiche e calde non ricavava « neanche un euro». Ha anche precisato che quelle feste si tenevano sempre e solo nella sua abitazione, mai nel suo locale.

INSOMMA ‘il Conte’ organizzava, metteva a disposizione la sua casa, forse (ma lo dovrà appurare l’inchiesta), cercava le ragazze e conservava la ‘coca’. Ma le serate si pagavano «alla romana». «Era ben chiaro a tutti», ha precisato più volte Fantoni al giudice che lo interrogava. E, ovviamente, non si trattava di conti da cena al ristorante. Le cifre variavano a seconda del numero delle ragazze presenti e della polvere consumata. «I miei sono amici danarosi», ha chiosato ancora ‘il Conte’. E, soprattutto, disposti a spendere per delle serate davvero esclusive. Ma quanto? Lui non ha risposto.

Ed ora una risposta la stanno cercando gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Nicola Marini. Certamente non erano serate alla portata di portafogli con stipendi da dipendenti. A tavola, e soprattutto dopo, non mancava nulla. Davvero nulla. E tutto sempre di ottima qualità. Ragazze italiane e straniere e ‘neve’ di primissima scelta. Se evasione dalla routine quotidiana doveva essere, che lo fosse sino in fondo.

NONOSTANTE Fantoni abbia risposto e fornito molte precisazioni, e sebbene l’avvocato abbia cercato in tutti i modi di fargli ottenere i domiciliari, comunque il gip ha convalidato l’arresto in carcere. Sulla decisione del giudice potrebbero avere avuto un peso specifico elevato gli atti presenti nel fascicolo del pm e questo fa pensare che forse le indagini dei carabinieri di Siena Centro non siano concluse. A cominciare dal primo interrogativo: di chi è quel mezzo chilo di cocaina rinvenuto a casa di Fantoni, visto che lui ha spiegato che «non è sua»?

Da chi veniva acquistata la droga? Era stata messo là perché doveva servire solo per quelle feste private a cui partecipava la ‘Siena bene’, oppure era destinata anche ad altre serate? E chi erano gli insospettabili che amavano partecipare a questi festini?

INTERROGATIVI a cui, verosimilmente, in queste ore stanno cercando di dare delle risposte gli inquirenti. Sebbene nessuno di loro abbia da aggiungere qualcosa. E’ un silenzio che la dice lunga. Anche per questo l’arresto de «il Conte» scuote la tarda estate senese. Forse più delle recenti inchieste sulle passate gestioni del Monte dei Paschi o sull’Università.