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"Finalmente regole precise nelle carceri"

Parla la garante dei detenuti di Ranza, Sofia Ciuffoletti. "Decisivo il protocollo firmato in Regione. E’ l’ora di stabilire davvero diritti e doveri"

E’ stato firmato giovedì in consiglio regionale il protocollo tra il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Carmelo Cantone, il garante regionale Giuseppe Fanfani e i garanti comunali. La firma pone il sigillo su un impegno delle parti al fine di tutelare i diritti dei detenuti e regolamentare l’attività dei garanti stessi. Un accordo standard, ma necessario per evitare una serie di problematiche. "E’ capitato, in passato, che ci venisse fatto ostruzionismo all’ingresso – racconta Sofia Ciuffoletti, presidentessa dell’Altro diritto, garante di San Gimignano – questo perché una ex direttrice non riconosceva la possibilità di un’associazione non governativa, come la nostra, di svolgere la funzione di garante". Il protocollo, quindi, regola diritti e doveri reciproci. Tra i doveri ci sono: il miglioramento della qualità della vita nelle carceri e il potenziamento dei percorsi di reinserimento sociale dei detenuti. Due concetti che si fondano sul presupposto sottolineato da Fanfani: "Chi finisce in carcere è figlio di questa società".

"Parliamo giustamente di reinserimento e non di rieducazione, perché l’obiettivo è aiutare la persona a reinserirsi dandogli la possibilità di farlo – continua Ciuffoletti – nel rispetto del principio di autodeterminazione che deve valere anche in carcere". Possibilità che, a quanto pare, viene minata da un sistema ancora troppo lacunoso. "Alla base c’è un deficit strutturale e noi dobbiamo lavorare per superarlo. Ad oggi ci sono ipoteche enormi sulla possibilità di accedere a un trattamento che dia una possibilità concreta di reinserimento alle persone detenute. Parlo di una formazione culturale, lavorativa, attività che non si limitino allo ‘stare buttati’ nelle celle o nelle sezioni. Oggi c’è l’ostacolo del Covid che però ha solo aggravato una situazione già compromessa. Per questo è molto importante che i detenuti vengano inseriti rapidamente nel piano regionale di vaccinazioni: è fondamentale che il carcere torni ad aprirsi". Lo stesso presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, su questo tema, si è speso molto sull’impegno della Toscana e infatti pare che le vaccinazioni per i detenuti partiranno da metà mese. Il reinserimento non è altro che la difesa della dignità. La stessa che rischia di essere minata dai luoghi comuni, come quello con cui il leader della Lega, Matteo Salvini – secondo chi lo accusa – in visita a Ranza pochi giorni fa, ha parlato del procedimento in atto ponendolo sul piano semplicistico di contrapposizione tra buoni e cattivi. "La realtà è molto più complessa di quanto il ‘luogocomunismo’ voglia farci credere – conclude Ciuffoletti – la nostra Costituzione ci dice che la dignità non si perde per demerito e non si acquista per merito, ma è riconosciuta a tutti. Questo dovrebbe essere un concetto banale. Fossi negli agenti coinvolti nel procedimento, mi sentirei più tutelata dal nostro patrimonio di garanzie penali e penitenziari, che dall’intervento politico di Salvini".

Teresa Scarcella