ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Fine vita, ipotesi rinvio: "Ora spazio al confronto"

Il vicepresidente del Consiglio regionale Scaramelli ieri dal cardinale Lojudice "Pronto a votare con il sì al mio ordine del giorno. Ma è giusto dialogare".

Stefano Scaramelli, vice presidente del consiglio regionale e capogruppo di Italia Viva, interviene sul fine vita

Stefano Scaramelli, vice presidente del consiglio regionale e capogruppo di Italia Viva, interviene sul fine vita

Ieri pomeriggio ha incontrato il cardinale Augusto Paolo Lojudice, "per un confronto personale ma anche come rappresentante istituzionale chiamato a prendere una decisione importante". Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale dove è capogruppo di Italia Viva, parla del dialogo con il presidente della Conferenza episcopale toscana che ha avuto al centro la legge sul fine vita. Oggi la conferenza dei capigruppo dovrebbe metterla in calendario per il consiglio regionale di lunedì 10. "Ho registrato la richiesta del cardinale di non affrettare i tempi, ma di prendersi qualche giorno per un confronto", dice Scaramelli.

Possibile che a questo punto le posizioni cambino? "Una riflessione potrà aiutare anche se le posizioni non muteranno. Credo che sia possibile ipotizzare lo slittamento di una settimana".

Lei cosa farà? Voterà a favore oppure no? "La legge è molto migliorata ed è un testo ben fatto, però ha bisogno di un’anima".

Tradotto? "Proporrò un ordine del giorno vincolante che ponga al centro l’attenzione alle cure palliative, aumenti le risorse per lenire il dolore dei malati gravi, incrementi gli hospice, incentivi le risorse per cure domiciliari e le commissioni scientifiche e bioetiche per certificare le malattie incurabili".

E con il sì all’ordine del giorno voterà la legge? "Con le condizioni poste nell’atto, la mia volontà è di sostenere la legge. Credo che, attraverso uno strumento come l’ordine del giorno, sia possibile compiere un passo avanti nella discussione toscana".

Lei non teme rischi di incostituzionalità? "Le Regioni hanno competenza esclusiva sui processi organizzativi della sanità. E noi in fondo applichiamo la richiesta di legiferare in materia della Corte costituzionale stessa...".

Che però era rivolta al Parlamento, non alle Regioni. "Forse questa discussione servirà a dare una svegliata a chi deve decidere allora".

Si torna alla "legge simbolo" descritta dai vescovi toscani. "Non credo sia così, è una legge che dà più garanzie a un processo che già di fatto avviene senza tutele per i cittadini".