REDAZIONE SIENA

"Fino a mercoledì a Poggibonsi: prezioso l'aiuto di un amico"

In una strada di Siena, le persone interessate da un cedimento strutturale hanno dovuto temporaneamente abbandonare le proprie abitazioni o luoghi di lavoro. Tutti stanno bene, grazie al lavoro di Comune, Vigili del Fuoco e forze dell'ordine.

Anche chi vive o lavora in via della Repubblica dal lato dei numeri dispari, a partire dal 115, ha dovuto lasciare temporaneamente il proprio spazio, abitativo o professionale, per ragioni di sicurezza. È il caso di Arturo Shullani, titolare della ’Taverna di Arrigo VII’, quasi all’angolo con vicolo delle Chiavi. "Non sappiamo ancora quando potremo tornare ai nostri posti, ma il dato che conta adesso più di ogni altro - osserva - riguarda l’incolumità delle persone direttamente interessate dal cedimento. Tutte stanno bene, nessuna conseguenza a livello fisico. E poi vorrei aggiungere che qui, nel quartiere, nonostante l’episodio, ci sentiamo davvero protetti. Merito del lavoro effettuato fin dagli attimi successivi all’accaduto da tutti i soggetti all’opera: Comune, Vigili del fuoco, forze dell’ordine nel loro insieme". Al terzo piano del civico 127 di via della Repubblica, risiedono Silvano Corsi, detto Varo, pensionato, e la compagna Bua, originaria della Thailandia, cittadina italiana, dipendente di una azienda del circondario. Li avviciniamo nei pressi dei gradini all’ingresso della Collegiata. "Saremo ospiti all’Hotel Toscana Ambassador, a Salceto, almeno fino a mercoledì - spiegano - poi chissà. In questa particolare fase ci affidiamo pure all’aiuto di un amico, alla sua disponibilità. L’altra sera abbiamo mangiato una pizza. Non siamo un nucleo familiare dalle mille pretese. Cerchiamo di affrontare giorno per giorno il cammino con semplicità, consapevoli del disagio di questo periodo". Nell’appartamento al 127 di via Maestra è rimasta la gattina di casa, Lucy. "Non è voluta uscire dal suo ambiente - racconta, per concludere, la coppia - e per di più quando vede il trasportino, forse a causa di un remoto evento traumatico, entra letteralmente nel pallone".

Paolo Bartalini