PIERPAOLO FIORENZANI*
Cronaca

Fiorenzani: "Sviluppo atteso da cinquanta anni"

Interviene l’ex assessore, consigliere e storico esponente della politica senese

Pier Paolo Fiorenzani

Pier Paolo Fiorenzani

La lunga storia di Ampugnano l’ho vissuta fin dal consiglio provinciale (1970) e poi da quello comunale. Nei due consessi è sempre prevalsa larga maggioranza trasversale favorevole allo sviluppo dell’aeroscalo, a motivo delle difficoltà nei collegamenti viari e ferroviari. In oltre cinquanta anni, ho visto un flusso ingente di pubbliche risorse - soprattutto dagli utili di bilancio Mps spettanti agli enti locali - investite per dotare Ampugnano di costose strutture e apparecchiature tecniche necessarie alla sicurezza di decollo e atterraggio, cioè per l’assistenza al volo.

L’erogazione alla città e al territorio, pure per l’aereoporto, l’ha continuata, dal 2001 al 2020, la Fondazione Mps con 1.684.040.065 di euro. La catastrofica acquisizione di Antonveneta ha poi seccato il ricco flusso. Istituzioni, sindacati, partiti e associazioni convengono, ormai da anni, che è urgente e necessario promuovere un tavolo sui collegamenti di Siena, inquadrandoli nella pluralità degli interessi scientifici, imprenditoriali, ospedalieri, turistici e culturali. Ampugnano è orograficamente migliore di altri aeroporti toscani a cominciare da Peretola penalizzato dal Monte Morello. Non va, inoltre, dimenticato che gli areoporti di Grosseto e Pisa sono militari aperti al traffico civile: una “crisi” nel Mare Nostrum potrebbe bloccarne l’uso civile e Ampugnano rappresenterebbe lo scalo di emergenza. È inoltre, opportuna la proposta di Stefano Scaramelli "sul gestore unico degli aeroporti toscani". Dobbiamo mantenerci quello che abbiamo già per rapide destinazioni mondiali, ad esempio, dei vaccini infialati a Rosia. La civica virtù deve prevalere sulla contrarietà “dei più ricchi del mondo” che hanno poderi-ville, per il loro fine settimana nel suavis locus ille. C‘è oggi il tentativo di mettere un cappello di destra su Ampugnano che, ripeto, nella nostra comunità, ha da sempre largo consenso. Fanno gola quei 180 ettari senza pace.

Gli amministratori comunisti di Sovicille, infatti, negli anni 1970-80, volevano la piana di Ampugnano per coltivarvi il grano della loro cooperativa madicola. Dagli anni 2000, hanno cambiato musica: vorrebbero l’area aeroportuale da destinare a impianti sportivi e fotovoltaici, ancor oggi appoggiati dal Comitato del No. L’unica novità sotto il cielo di Ampugnano sono le incoraggianti ragioni di grandi imprenditori senesi, non solo dei famosi vivaisti “di parchi e giardini di tutto il mondo”. Magari ci fossero state, così importanti, negli anni d’oro. Ben vengano, dunque, 1.850.000 per i lavori di Enac e l’impegno dei grandi imprenditori.

Ex consigliere e assessore