
Uno dei laboratori della Scuola di fitoterapia
Siena, 27 marzo 2017 - È la scuola più antica d’Italia, è stata la prima ad attivare un master ed è tuttora riconosciuta come un punto di riferimento nazionale. L’Università di Siena ha una tradizione consolidata nel mondo della fitoterapia, ossia dello studio delle piante medicinali e delle loro possibili applicazioni. Una branca della scienza in crescita, in parallelo con la ricerca di alternative ai farmaci convenzionali, utilizzate da un italiano su cinque secondo l’indagine Eurispes diffusa poche settimane fa. Con un fatturato che si attesta intorno a quota 25 miliardi di euro.
L’ateneo senese ha nel tempo acquisito una considerazione tale da ospitare la sede della Società italiana di fitoterapia e del Sifit lab, strumento per analisi e conoscenza per aziende e operatori del settore. Da poco si sono chiuse le iscrizioni al master di II livello, che si affianca a quello di I e a tre corsi di perfezionamento (fitoterapia, fitoterapia applicata, preparazioni galeniche fitoterapiche). «Negli anni Settanta – spiega il professor Marco Biagi –, in pieno boom chimico, parlare di piante medicinali sembrava compiere un passo indietro. Ma qui, grazie agli studi del professor Italo Taddei, questo filone ebbe uno straordinario sviluppo»
«Importò – ricorda Biagi – l’esempio della Germania costruendo un modello fin lì inesistente e la comunità universitaria ha portato avanti quell’esempio, diventando un polo di riferimento nazionale». Perché poi altri sono seguiti, ma Siena in questo campo rappresentò un’avanguardia assoluta di eccellenza».
«Da qui si è tracciata una linea – prosegue Biagi – che si è rivelata un’intuizione felice, anche perché poi il settore si è evoluto costantemente». Il boom si è verificato negli ultimi quindici anni: «Dal 2002 il prodotto vegetale è entrato a far parte anche della categoria nutrizionale, non solo farmaceutica», spiega Biagi.
La motivazione del successo? Per il professor Biagi «all’inizio si cercava un’alternativa al farmaco tradizionale, per evitare effetti collaterali, poi si è creata un’attenzione più specifica alle qualità terapeutiche dei prodotti. Senza dimenticare che la fitoterapia è la base di sviluppo della farmaceutica, l’85% dei farmaci anche se fatti in laboratorio hanno una derivazione naturale». E l’ateneo senese, in questo settore d’eccellenza, è assolutamente all’avanguardia.