AUGUSTO PAOLO LOJUDICE*
Cronaca

Fobia scolare Abbiamo perso tutti ma non lasciamo Futura da sola

Il cardinale Lojudice interviene sul caso della bambina con 'fobia scolare', esprimendo dispiacere e invocando solidarietà e inclusione per chi è diverso.

Fobia scolare Abbiamo perso tutti ma non lasciamo Futura da sola

Il cardinale Augusto Paolo Lojudice interviene sul caso della piccola Futura affetta da fobia scolare e bocciata in prima media

Sul caso della bambina che soffre di ’fobia scolare’ e che è stata bocciata in prima media, raccontata dall’ex questore Pietro Milone, interviene il cardinale Augusto Paolo Lojudice.

La vicenda della piccola Futura mi ha trasmesso un senso di profondo dispiacere. Ho pensato in questi giorni più volte a lei e alla sua famiglia, alla loro solitudine. Si è proprio così! Quando accadono fatti così estremi sappiamo bene che di fondo esiste un disagio, un isolamento del nucleo familiare che spesso si trova a dover affrontare problematiche complesse senza avere un reale appoggio della comunità o semplicemente di chi gli vive accanto. Non siamo qui per trovare dei colpevoli, ma per ragionare su come essere tutti insieme inclusivi, solidali e in vero ascolto degli altri.

Non possiamo accettare che una bambina di 9 anni debba pensare che ’essere diversi’ sia una colpa o un marchio che ci viene - anche inconsapevolmente - affibbiato e a causa di questo non si possa guardare al futuro con speranza e la gioia dei più piccoli. Nella vicenda di Futura abbiamo perso tutti nessuno escluso.

Ma non possiamo nemmeno essere negativi. Ci sono tante cose che non vanno bene, ma c’è anche tanto bene che fa bene!

Un gioco di parole per dire che nella nostra vita quotidiana, in ufficio, a scuola, in classe quante Futura abbiamo incontrato a volte senza renderci conto di una sofferenza, di un disagio. Non è colpa nostra. Le nostre vite di corsa ci portano spesso a cercare degli orizzonti lontani con ansia dimenticando che basterebbe abbassare lo sguardo e rivolgerlo a chi ci vive accanto. Basta una parola, un sorriso, un gesto di affetto.

Non vogliamo essere definiti idealisti, ma la verità è che tutti noi abbiamo bisogno di sentirci meno soli in una società “schiacciasassi”. Ci ricordiamo di chi è in difficoltà solo quando ne parlano le cronache. Il diverso ci fa paura, ma chi stabilisce questo paradigma? Chi può definirsi normale? Credo che la vera bellezza del genere umano stia proprio nelle differenze. Ripartiamo da qui per dire a Futura che non è sola.

*Arcivescovo di Siena