Focardi e la laguna di Orbetello: "Le Università toscane dovrebbero essere coinvolte nell’ente che la gestirà"

Il presidente del Comitato scientifico è intervenuto sulla morìa di pesci di inizio estate "Gli atenei potrebbero mettere a disposizione le loro attività di ricerca sul territorio" .

Focardi e la laguna di Orbetello: "Le Università toscane dovrebbero essere coinvolte  nell’ente che la gestirà"

Il presidente del Comitato scientifico è intervenuto sulla morìa di pesci di inizio estate "Gli atenei potrebbero mettere a disposizione le loro attività di ricerca sul territorio" .

Ex rettore dell’Università di Siena, dove è stato professore ordinario di Ecologia, Silvano Focardi (nella foto) è il presidente del Comitato scientifico per la laguna di Orbetello, dove nel corso della prima parte dell’estate si è verificata una moria di pesci che ha riacceso l’attenzione nazionale sull’area e sul delicato ecosistema che rappresenta. Tra gli incarichi del professor Focardi c’è anche quello di consulente per il Mose di Venezia, dove di recente è stata adottata una soluzione per l’escavazione del canale navigabile, che potrebbe offrire una prospettiva interessante anche per la laguna toscana. Insomma, da Venezia a Orbetello, passando per Siena.

Professor Focardi, prima di tutto, cos’è successo a Orbetello?

"Le temperature elevate, i bassi fondali e la presenza di una grande quantità di alghe, che con il caldo muoiono, in particolare la valonia che muore a 30 gradi, hanno innescato quel meccanismo che toglie ossigeno, uccidendo i pesci che si trovavano all’interno dell’area interessata".

Perché non si è riusciti a intervenire in tempo?

"Queste cose vanno fermate prima. Quando si arriva al punto è troppo tardi. Le lagune quando non hanno rapporto con il mare hanno un destino segnato, tendono a scomparire, sono uno stato transitorio. Per far sì che viva questa laguna, con una forte pressione antropica, attività di pesca e acquacoltura, bisogna migliorare la circolazione dell’acqua. Ce lo dimostra il fatto che dove arriva acqua più fresca, come in prossimità dei canali di Nassa e Fibbia, i pesci si sono salvati. C’erano dei canali nella laguna, che aiutavano l’acqua a scorrere. Ma sono interrati. Non esistono più".

Andrebbero scavati?

"Adesso un’operazione del genere avrebbe costi non sostenibili. Perché quei fanghi sono rifiuti speciali e andrebbero spostati e smaltiti. Però per la laguna di Venezia, dove si presentava un problema simile per un canale molto più grande, abbiamo lavorato a una normativa, che adesso è legge, che permette di scavare il canale navigabile spostando i sedimenti all’interno della laguna. Abbiamo chiesto che gli organi competenti rendano questa norma possibile anche nella laguna di Orbetello. Potendo spostare quei fanghi senza il problema dei rifiuti speciali i costi sarebbe accessibili". Basterebbe questo?

"Servirebbero anche acceleratori di flusso, in alcuni punti particolari. E ossigenatori nella laguna. Attività che consumano una grande quantità di energia e che potrebbero essere sostenute con quattro o cinque aree di fotovoltaico flottante, sotto le quali i pesci potrebbero anche ripararsi. E poi la raccolta delle alghe, soprattutto quelle considerate pericolose".

Ma sono rifiuti speciali, quindi devono essere smaltite con costi alti…

"Ci hanno presentato nuovi progetti, in base ai quali potrebbero essere riutilizzate".

L’Università di Siena potrebbe avere un ruolo?

"Le università toscane potrebbero contribuire dal punto di vista scientifico a questo percorso. Dovrebbero essere coinvolte in quell’ente che gestirà la laguna, quando sarà approvata la legge che lo istituisce, mettendo a disposizione le loro attività di ricerca sul territorio".

Riccardo Bruni