REDAZIONE SIENA

Fonte Battesimale, restauro e lancio

Il capolavoro nel Battistero sarà ’curato’ dall’Opificio delle Pietre Dure. Opera affida uno studio all’ateneo

di Antonella Leoncini

Opera della Metropolitana, Opificio delle Pietre Dure, Università di Siena, Soprintendenza, Fondazione Palazzo Strozzi: insieme per il Fonte Battesimale del Battistero di San Giovanni, protagonista di una grande campagna di analisi, restauro, valorizzazione. Con il consenso del cardinale Augusto Paolo LoJudice. "Questo gioiello, testimonianza della volontà divina affidata al linguaggio universale dell’arte, arricchisce Siena: deve essere messo in gioco e offerto alla comunità". Ha detto l’arcivescovo ieri nel Battistero al summit fra istituzioni, esperti, uniti per fare il punto sul programma che interesserà il Fonte: eccellenza a cui, tra il 1417 e il 1430, lavorarono, Jacopo della Quercia, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Giovanni di Turino, grandi personaggi dal pennello, scalpello e mente eccellenti. "Abbiamo coinvolto alcune fra le migliori professionalità promuovendo un’avanzata sinergia - ha detto il rettore di Opera Guido Pratesi -: dopo il restauro, la nostra azione consentirà di promuovere il Fonte ed altre ricchezze del Duomo in un circuito internazionale che creerà un grande indotto". Sarà coinvolta la Fondazione Palazzo Strozzi: realizzerà una pubblicazione e grandi eventi. Tutto questo è imposto da un monumento che, non ha esitato Alessandro Bagnoli, storico dell’arte consulente Opera, "testimonia ‘Il meglio del meglio’, la prima manifestazione rinascimentale a Siena nel XV secolo".

La campagna di restauri, dopo l’autorizzazione della Soprintendenza, partner con Andrea Muzzi del progetto, sarà l’occasione per indagare sul Duomo e Battistero con una ricerca della nostra Università. "Monitoreremo - ha anticipato il professor Stefano Campana Dipartimento Scienze storiche e beni culturali - la situazione del complesso".

"Il restauro - ha spiegato Stefano Gennaioli direttore Centro restauro materiale lapideo Opificio delle Pietre dure - prevede varie fasi: la campagna diagnostica consentirà di accertare le condizioni del Fonte, acquisire informazioni per programmare la seconda fase e passare al terzo step e al recupero". Tempo dell’accordo ventiquattro mesi. Si lavorerà su tutta la vasca a forma esagonale, sulle formelle bronzee dorate con le storie del Battista, intervallate dalle rappresentazioni delle Virtù; sul pilastro al centro che regge il ciborio scolpito da Jacopo della Quercia con i rilievi ai lati ispirati dai Profeti. "L’intervento è complesso - ha continuato Camilla Mancini direttore tecnico settore lapideo Opificio-. Preoccupa la parte inferiore, più attaccata dall’acqua, fattore scatenante per le opere lapidee. Recupero vuol dire anche prevenzione in un periodo in cui le tecniche all’avanguardia consentono di intervenire sugli errori del passato".

Lo scambio con Firenze sarà reciproco; ne guadagnerà la ricerca mondiale. "Il Fonte Battesimale - ha continuato Gennaioli - rappresenta un modello unico al quale hanno lavorato tre fra i più grandi artisti di ogni tempo: il senese Jacopo della Quercia, i fiorentini Donatello e Ghiberti. Occasione per mettere a confronto i loro stili e tecniche".

L’altro vantaggio di questa strategia è quello di ricordare al mondo ciò che da secoli con il Duomo solo noi abbiamo. Il Fonte Battesimale, cioè la sua immagine, qualche altra opera, ‘viaggeranno’ insieme a Donato di Niccolò di Betto Bardi, appunto Donatello, a cui la Fondazione Strozzi vuol dedicare nel 2022 una grande mostra, studi, convegni, con un rete che da Firenze, Londra, Berlino, ci auguriamo passi e si trattenga a Siena.