
Forte
Rocca d'Orcia (Siena), 8 aprile 2019 - Non vuole sbilanciarsi, per il momento, in profezie sui suoi prossimi investimenti. Ma il fatto di aver comprato dalla Curia il Palazzo Arcivescovile a Montalcino, è un segnale chiaro. «Non ho ancora terreni nel Brunello - si difende Pasquale Forte, il nuovo signore di Rocca d’Orcia - anche se ho intenzione di puntare sul Sangiovese. Per questo ho voluto le Giornate Giulio Gambelli, per ricordare con grandi produttori di vino la figura di uno dei sacerdoti del Sangiovese, capace di creare vini straordinari. Per lui il vino si faceva nelle vigne, non in cantina».
Nell’ultima edizione delle Giornate Gambelli, Forte ha chiamato a Rocca d’Orcia i grandi produttori della Borgogna, a partire da Aubert de Villaine, proprietario di Domaine Romanée Conti, vignaioli da più di sette secoli. Ma il protagonista è lui, con le sue scelte di vita e i suoi progetti industriali e agricoli. Da anni ormai guida la sua multinazionale, la Eldor, dalla Rocca d’Orcia. Eppure è il gruppo leader nell’elettronica dell’automotive, fornisce i motorini d’accensione e le parti elettriche alle grandi case automobilistiche, soprattutto tedesche. Conta 2.500 dipendenti in tutto il mondo, fattura 400 milioni di euro e ha stabilimenti «nei Paesi dove c’è mercato», come ama dire Pasquale Forte. Quindi Stati Uniti, Brasile, Cina, Italia («a Orsenigo c’è il quartier generale, Eldor significa Elettronica d’Orsenigo») e Turchia.
«Non ho soci - rivela Forte - sono il proprietario al 100% del gruppo e ho messo la Eldor su una piattaforma che le conferirà serenità per i prossimi 30 anni. La nuova frontiera saranno i motori elettrici e l’ibrido e noi siamo pronti a cavalcarla».
Un manager che si divide a metà tra la passione del vino e dell’agricoltura biodinamica. «Ho scelto la Valdorcia perché qui c’è l’essenza della Toscana. Oltre alla Rocca possiedo 500 ettari, 28 dei quali a vigneti. Il mio progetto è trasformare questo borgo in un albergo diffuso. E poi, semmai, vedere se puntare su Montalcino».