Siena, 18 dicembre 2019 - Una delle ultime riunioni preparatorie è andata in scena ieri sera. Si trattava di definire gli esperti da invitare ai vari tavoli tematici, non legati ai partiti e alle forze politiche presenti in consiglio comunale, ma in grado di apportare un valore aggiunto quando si parla di programmi e progetti. Come l’architetto Andrea Milani o il maresciallo Marcello Cardiello, ex comandante della compagnia carabinieri di Siena. Al sindaco Luigi De Mossi non è andata giù la classifica del Sole 24 ore che ha certificato la corsa verso il basso di un territorio che ha un disperato bisogno di ridisegnare il suo futuro. Imperativo che è un mantra per De Mossi, ma che è alquanto complicato tradurre in concreto. Per questo l’idea che è maturata è dare vita a un ‘brain storming‘ collettivo, a una riunione collegiale nella quale trovare progetti e suggestioni in grado di dare una scossa alla città. L’appuntamento dovrebbe chiamarsi La Fortezza delle idee, potrebbe celebrarsi il 17 e l’18 gennaio, ovviamente in Fortezza visto il nome. E dovrebbe vedere seduti attorno al tavolo, oltre al sindaco e agli assessori, i consiglieri comunali, i nominati nelle varie partecipate, più esperti dei campi più disparati.
Dovrebbero essere 5 i tavoli tematici di questa ‘Leopoldina’ senese, di un conclave della maggioranza di governo per fissare una rotta da seguire nel 2020. Dall’urbanistica alla comunicazione, dalla cultura ai lavori pubblici passando per idee trasversali in vari settori, sanità e sociale in primis. C’è anche una ragione squisitamente politica dietro la Fortezza delle idee: capire bene che ruolo giocare e quali conseguenze potranno avere le imminenti elezioni regionali. A cominciare dal progetto di lista civica dei sindaci, lanciato da De Mossi a Petriolo insieme a Vivarelli Colonna di Grosseto, e trasformatosi in un pungolo fastidioso per i dirigenti della Lega in Toscana. Che vorrebbero inglobare i civici sotto le bandiere leghiste, con i candidati duri e puri nei posti eccellenti. Non è nemmeno escluso che le elezioni regionali possano provocare qualche cambio in giunta; ma è un’ipotesi molto prematura.