
Per il Pd di Sinalunga va escluso l’uso di terreni agricoli per il fotovoltaico
Intorno alla proposta di legge regionale 291, che disciplina l’individuazione delle superfici e delle aree idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, si è sviluppato un ampio e non sempre semplice dibattito, tra alte aspettative e grandi preoccupazioni, nel quale si inserisce ora anche il Pd di Sinalunga. In una nota, firmata da Filippo Giani Contini, responsabile ambiente dell’unione comunale dei dem, si auspica l’approvazione, il più velocemente possibile della norma che, nell’attuale formulazione, "permetterebbe ai Comuni – si legge – di individuare le aree idonee e non idonee all’interno del proprio territorio, entro sessanta giorni dall’approvazione della legge".
Allo stesso tempo il Pd sinalunghese ribadisce "la propria posizione contraria all’utilizzo di territorio a vocazione agricola e ad alto impatto visivo" per l’installazione di impianti di medie e grandi dimensioni, in particolare "sui terreni agricoli dotati di impianti irriguo" e che sono oggetto di lavori e modernizzazione per giovarsi dell’acqua proveniente dalla diga di Montedoglio, considerata strategica "per aiutare e sviluppare le imprese agricole della zona". Si fa poi cenno anche all’impatto che una trasformazione non vincolata del paesaggio potrebbe avere sul "comparto agricolo e turistico, che con fatica tentiamo di proteggere ed equilibrare". Dunque dal partito di maggioranza di Sinalunga un segnale di ‘avanti tutta’ ad una legge che cerca un non facile equilibrio tra la necessità della Toscana di raggiungere gli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico, indicati a livello nazionale, e quella, altrettanto sentita, di salvaguardare il territorio dalla paventata invasione di pannelli e torri, installati da grandi compagnie, attratte anche dai possibili incentivi.
Sul tema si sono confrontate alcune province della regione (tra cui Siena), la Confindustria, le associazioni di categoria e quelle a vocazione ambientale, prima tra tutte Legambiente che, nel recente Forum Energia, ha espresso preoccupazione per l’elevato tasso di divieto di installazione (fino al 70% dei territori) contenuto nella proposta di legge regionale e per la forte opposizione a questa tipologia di impianti che si registra da molte parti.
Diego Mancuso