ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Franceschelli pronto a candidarsi alla Camera "Mi dimetto dalla Provincia, resto sindaco"

Sindaci e dirigenti del Pd in missione a San Miniato dal leader Letta. "Prima si esprimerà la direzione senese, poi gli organi nazionali. Il mio è un volo senza paracadute, mi ha convinto il segretario provinciale Valenti, che ha invitato a pensare al bene del territorio"

di Orlando Pacchiani

Per sapere se sarà davvero candidato alla Camera o al Senato bisognerà attendere qualche giorno, dopo i passaggi agli organismi regionali e nazionali. Ma intanto Silvio Franceschelli è il nome che questa sera la direzione provinciale Pd ufficializzerà come proposta del territorio. Già l’altra sera, a San Miniato, sindaci e dirigenti lo hanno comunicato al segretario Enrico Letta. Facile che sia lui il candidato che senesi e grossetani troveranno nella scheda uninominale per la Camera.

Ieri Franceschelli ha firmato le dimissioni da presidente della Provincia, entro i sette giorni dallo scioglimento delle Camere come previsto per quella carica e per i sindaci di città con oltre 20mila abitanti. Gli subentra il vice presidente David Bussagli, primo cittadino di Poggibonsi, e per l’indizione delle elezioni nella sostanza non cambia granché, dato che il mandato del presidente sarebbe scaduto a ottobre e il voto si svolgerà nel periodo in cui si sarebbe tenuto anche senza dimissioni.

Il quadro in casa Pd ha subìto un’accelerazione dopo il ritiro dell’ipotesi Valenti (il segretario provinciale che due giorni fa si è sfilato dalla rosa dei possibili candidati) e la crescente spinta a individuare un sindaco, che peraltro potrà restare alla guida del Comune di Montalcino anche in caso di elezione.

Intanto Franceschelli parte dalla scelta in Provincia: "Bussagli mi è stato al fianco in tutto il mandato in questi anni, di fatto non ci saranno cambiamenti ma solo una sostituzione di funzioni".

Resta il suo addio anticipato: con quali effetti?

"Nella pratica nessuno: la programmazione è tutta avviata, dalla variante di San Gimignano al palazzo di viale Sardegna, dal progetto del Monna Agnese al trasferimento del Piccolomini, ai lavori sulla Cassia. Ho svolto con grande impegno questo ruolo, anche se è chiaro che questo modello di Provincia non funziona, l’ente ha bisogno di più autonomia, in termini di bilancio, personale e governance".

Da dove nasce la scelta della candidatura?

"Ho ricevuto diverse istanze, in particolare anche da altri sindaci, per portare la voce dei territori in Parlamento. Spesso ci lamentiamo di bandi, pratiche e burocrazie che rallentano il lavoro quotidiano dei Comuni, in caso di elezione credo di poter interpretare la voce del realismo amministrativo".

Qual è adesso il percorso della sua candidatura?

"Intanto si esprimerà la direzione provinciale, poi spetterà agli organi regionali e nazionali decidere. Io sono disponibile a qualsiasi tipo di ragionamento, il mio è un volo senza paracadute e non voglio averlo, decideranno gli organi preposti come eventualmente accogliere questa disponibilità e io ne attenderò con tranquillità le decisioni".

Cosa l’ha convinta alla fine?

"Le parole del segretario Valenti, che ha invitato a pensare soprattutto al bene della nostra comunità. Per questo oggi è giusto dare una disponibilità in una fase così difficile per il nostro Paese. Per la Provincia non cambia molto, mentre resterò sindaco di Montalcino in ogni caso e questo è stato decisivo per farmi decidere. Non avrei accettato di dover lasciare il Comune all’inizio di un nuovo mandato".

Come valuta la situazione creata con la crisi di governo?

"È stato un pessimo spettacolo in un momento di eccezionale gravità a causa di tanti fattori: guerra, pandemia, inflazione, Pnrr da completare, tanto altro ancora. Chi ha scelto di far cadere il governo in questa fase, pensando solo al proprio interesse, ha compiuto un atto molto grave, che deve dare vita a valutazioni molto profonde".