FABRIZIO CALABRESE
Cronaca

Fresi canta l’inno al quartetto Cetra: "Un atto d’amore per grandi attori"

Al Politeama di Poggibonsi il 19 ottobre va in scena ’Cetra una volta’. "Sul palco tra teatro e musica"

Fresi canta l’inno al quartetto Cetra: "Un atto d’amore per grandi attori"

"È un vero e proprio atto di amore verso il quartetto Cetra". Parola di Stefano Fresi che, insieme a Toni Fornari e Emanuela Fresi, ovvero i "Favete Linguis", andrà in scena con "Cetra...una volta" di Toni Fornari. Giovedì 19 ottobre alle 21 al Politeama di Poggibonsi, prima data assoluta della nuova stagione dei teatri della Valdelsa. Nonché prima regionale e terza data della nuova tournée. Ad accompagnare il trio, sul palco, ci sarà la saxofonista e vocalist Cristiana Polegri. Regia di Augusto Fornari.

Cosa troverà il pubblico?

"Uno spettacolo musicale - replica Fresi - che non è documentaristico, non è una cronologia della loro opera e della loro storia. E’ un atto di amore di alcuni musicisti che si sono innamorati del loro percorso e si divertono a giocare con il repertorio dei Cetra e uno proprio fatto alla maniera di. Con molti loro brani e con cose originali ispirate al loro modo di fare spettacolo".

Quando è nato lo spettacolo e come si è sviluppato?

"È nato molti anni fa e con il tempo è stato aggiornato con nuovi arrangiamenti, musiche registrate affidate all’orchestra. Ci sono nuovi costumi, materiale fotografico e video proiettato su un grande schermo e una nuova scenografia di Alessandro Chiti, si potrebbe dire ’Cetra…una volta’ reloaded".

Perché dedicare uno spettacolo al quartetto Cetra?

"È il quartetto più celebre del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni ’40 agli anni ’80. Sono straordinari perché hanno saputo intrecciare il teatro, la musica, la televisione e della musica davvero di classe, dal punto di vista di scrittura e di esecuzione molto nobile, con difficoltà armoniche notevoli e arrangiamenti incredibili".

E la loro capacità attoriale?

"Sono stati grandi attori in grado di fare una tournée da soli in quattro perché erano cantanti ma anche strumentisti e quindi assolutamente autonomi e non si sa chi ha insegnato loro a recitare. Erano dottissimi attori, facevano parodie, sketch, erano completi e hanno sempre mantenuto una grande eleganza, classe e stile, ma soprattutto una grande umiltà, nonostante il successo clamoroso, una vera lezione per noi tutti".

Lavorare sul palcoscenico con i parenti (sorella, moglie, ex cognato) com’è?

"Molto bello, c’è indubbiamente molto affiatamento, per noi è una gioia farlo e non vediamo l’ora di partire con la tournée. Una vera pacchia".