Siena, 25 febbraio 2025 – Fronteggiamenti in Piazza, la sentenza storica c’è stata davvero. Il giudice Francesco Cerretelli, dopo un’ora e mezzo di camera di consiglio e cinque necessarie per la discussione del processo, l’ha pronunciata ieri poco prima delle 16 per i 17 contradaioli – 11 del Nicchio e 6 del Valdimontone – accusati a vario titolo di rissa e resistenza a pubblico ufficiale. Storica perché era la prima volta che quest’ultimo reato veniva contestato per episodi legati alla Festa, nel caso specifico per il fronteggiamento avvenuto al termine del Palio del 2 luglio vinto da Brio su Rocco Nice nel Drago.
Dodici i contradaioli accusati anche di resistenza, cinque dei Servi e i restanti sette dei Pispini. Questo il ’cuore’ della vicenda processuale. Ebbene, il giudice Cerretelli ha assolto tre nicchiaioli condannandone invece quattro (anche per rissa) di cui la metà a 4 mesi e 15 giorni, più il pagamento di 1000 euro di multa e delle spese processuali. Altrettanti solo a 4 mesi e alla multa di 1000 euro più le spese. Per tutti è comunque stata sospesa la pena. Un solo montonaiolo, difeso dall’avvocato Daniela Marrelli, fra i condannati per resistenza e anche per rissa: 5 mesi e 15 giorni, 1000 euro di multa e le spese processuali.
Ricapitolando: otto in tutto le condanne, le 5 suddette più quelle per tre nicchiaioli che dovranno pagare 1000 euro per la sola accusa di rissa. Nove le assoluzioni: i quattro assistiti dello studio legale Pisillo, montonaioli, per la resistenza “perché il fatto non sussiste”. E per i reati residui c’è stata insufficienza di prove, così sembra di capire ma tutto sarà più chiaro con la lettura delle motivazioni che arriveranno fra 90 giorni.
L’ultima udienza del processo per i 17 contradaioli era iniziata con le richieste del pubblico ministero Alberto Bancalà, declinate nero su bianco e articolate. Si era capito subito che l’orientamento della procura era quello di insistere nella tesi portata avanti da subito. Ossia che nel corso dei fronteggiamenti sarebbe stato commesso il reato di resistenza a pubblico ufficiale, specificatamente nei confronti di nove agenti della municipale fra cui l’ex comandante Cesare Rinaldi più di un carabiniere della 6° Brigata Toscana. Il pm ha chiesto dunque 17 condanne: 9 a un anno, due ad un anno e 4 mesi, l’ultima infine ad un anno e mezzo, considerata la recidiva specifica. Per 5 contradaioli sono stati chiesti 400 euro di multa.
Ha preso la parola l’avvocato Luigi De Mossi, che assisteva tutti i nicchiaioli, quindi è stata la volta dell’articolata difesa di Giulio Pisillo che si è concentrata in particolare sull’identificazione e sul mostrare, con l’aiuto dei video, che non si era concretizzata la contestata resistenza. E’ toccato poi a Fabio Pisillo, ha concluso Mirko Guggiari soffermandosi sulla scriminante del consenso dell’avente diritto il quale stabilisce che non è punibile chi lede o pone in pericolo un diritto col consenso della persona che può validamente disporne. Quasi cinque ore per chiudere il cerchio su questa annosa vicenda, quindi il giudice si è ritirato in camera di consiglio. Ad attendere la sentenza fra gli altri l’ex priore del Valdimontone e dirigenti del Nicchio. Al terzo piano di palazzo di giustizia non c’erano altri volti del mondo contradaiolo, a differenza di come era accaduto per il processo relativo ai fatti del 2015. Come se ci fosse stanchezza, per non parlare di rassegnazione, di fronte al fatto che il Palio è finito sotto la lente della procura. E che comportamenti che per i senesi hanno sempre fatto parte della tradizione, è stato rivendicato a più riprese, non saranno più considerati tali. Imponendo dunque un cambiamento radicale alla Festa. Temi su cui le Contrade si sono già interrogate ma dovranno ulteriormente riflettere.