Furto in casa a Siena: la tragica storia di Anna Maria Burrini

Anna Maria Burrini, pensionata uccisa a Siena, affittava le stanze agli studenti e teneva denaro liquido in casa. La nipote ricorda la donna come una persona autosufficiente, con credenze esoteriche e che non aveva fiducia nelle banche.

"Affittava le stanze agli studenti fino all’esplosione del Covid, poi nel 2020 non c’erano più e allora scelse persone saltuarie. Per quale ragione mia zia Anna Maria lo faceva? Aveva paura di non farcela con la pensione. ’I muri non li mangi’, diceva. Anche l’abitazione che nel 2000 aveva comprato a Desenzano del Garda era stata locata ma non pagavano l’affitto per cui era in causa", racconta ai giudici Cristina Luzi, nipote della pensionata uccisa. Tratteggiando la zia come una persona "autosufficiente, che pensava e gestiva i propri affari in autonomia", con un bel rapporto con la sorella anche se erano un po’ come le famose sorelle Materassi. Dopo essere state insieme per un paio di settimane iniziavano a discutere. Una donna libera, che aveva credenze esoteriche. E che, soprattutto, "non aveva fiducia nelle banche", svela. Di qui il denaro tenuto in casa. "Ho trovato contratti dopo il suo decesso, non ho mai saputo però se affittava in nero", chiarisce la nipote ricordando che a volte in borsa portava qualche migliaio di euro e metteva anche gli ori. Fu una rivelazione per lei sapere di quell’abitudine a tenere denaro liquido nell’abitazione, quando la zia le raccontò il 10 agosto 2022 del primo furto in casa di 23 mila euro. "Spariti un bracciale d’oro, anche delle federe", le disse. E rivelò che nell’abitazione in realtà c’erano circa 80mila euro. Per la cronaca, il 3 luglio scorso, durante la restituzione dell’immobile nella stanza di fronte a quella dell’anziana fu notata una busta da cui saltarono fuori oltre 50mila euro. Dunque quasi tutti i risparmi sono stati sostanzialmente recuperati. La nipote riferisce dell’ultima telefonata con la zia il 22 settembre, di quella in video-chiamata fatta grazie al cellulare dell’inquilino che le telefonò perché non vedeva Anna Maria. "Il giorno prima del funerale – svela - l’uomo mi chiamò per dirmi che non c’entrava con l’omicidio, lui voleva bene a mia zia. Una conversazione che registrai", dice al pm Faina che annuisce. Riconosce poi in aula i gioielli di Anna Maria Burrini, per esempio quell’anello che aveva pagato anni fa 4 mila euro: sua madre ne aveva tuttora uno identico a quello avendolo acquistato insieme.

La.Valde.