Gasparro: "Il mio è un Palio mistico. Modella per raffigurare la Vergine"

Il pittore del Drappellone confessa però "che in alcuni passaggi è ardito". Presto sarà portato in Comune

Gasparro: "Il mio è un Palio mistico. Modella per raffigurare la Vergine"

Gasparro: "Il mio è un Palio mistico. Modella per raffigurare la Vergine"

di Laura Valdesi

SIENA

Giovanni Gasparro, il 26 giugno si svela il suo Drappellone: che reazione si attende dai senesi?

"Ho realizzato un Palio in linea con la tradizione, spero che venga accolto positivamente".

Questo vuol dire che è forse un po’ ruffiano?

"No, quello no. Fedele alla tradizione ma, vedrete, ardito in alcuni passaggi. Non ho inserito elementi provocatori però, a mia memoria, non sono stati mai proposti dagli artisti degli altri Drappelloni".

Dunque ha studiato le opere che sono nei musei delle Contrade.

"Ogni incarico per me è sempre una cosa molto seria, che affronto con rigore. Ho compreso l’importanza che il Drappellone ha a Siena, un onore poterlo dipingere. Così ho comprato dei libri per studiare i Palii del passato, documentandomi anche sul web oltre che direttamente nei musei delle Contrade".

Anche per il Palio dei cittini ha ricevuto apprezzamento unanime dalla città.

"Un’attestazione di stima enorme, non me l’aspettavo. Ho svolto, anche in questo caso, uno studio preliminare, circa un mese il tempo per realizzarlo".

Molti pensano che possa in qualche modo evocare quello di Provenzano.

"Il Drappellone del 2 luglio è molto diverso. Nell’altro volevo ricostruire il mondo della fanciullezza e dell’infanzia, con il cavallo a dondolo e il bambino. In quello del 2 luglio è la Vergine protagonista, come del resto avevo già annunciato".

La prossima settimana s’inaugura la mostra, in tre sedi, delle sue opere: ce n’è una fra quelle esposte che può richiamare, magari in parte, il Drappellone?

"Ci sono immagini mariane ma il Palio è concepito in modo completamente diverso".

E’ già stato consegnato al Comune?

"Non ancora, lo sarà a breve".

Ha guardato l’estrazione a sorte delle Contrade?

"Sì, certo. Anche perché avevo una certa urgenza di inserirle. Avendo utilizzato la pittura ad olio serve tempo per farla asciugare. Guardando l’estrazione ho percepito l’enorme carica emotiva del momento. Sto scoprendo tante cose della vostra Festa".

I simboli delle 10 Contrade sono stati fatti in modo tradizionale o, magari, ardito?

"Ci sono parti di originalità più marcata nel Palio, anche nei simboli troverete cose inedite. Di più non posso dire".

Aveva anticipato a dicembre che la realizzazione del Drappellone sarebbe stato un bel momento anche sotto il profilo della sperimentazione tecnica.

"Lo è stato. Dipingo di solito su lino belga, questa volta la seta. Una sfida".

Il Palio è fatto di cabale ed i due beati che lei ha dipinto, Anna Maria Taigi e Pier Pettinaio, sono legati a Giraffa e Civetta.

"Ho percepito che ci sono delle aspettative proprio in relazione a queste opere. Posso dire che nel dipingere il Palio ho riflettuto doppiamente su ogni elemento per non creare situazioni ambigue".

Dovesse definire il suo Palio, senza svelarlo ovviamente, con un aggettivo?

"Mistico".

Si è avvalso dell’aiuto di qualcuno durante l’esecuzione?

"Assolutamente no. Anzi, ho cercato di stare molto attento che nessuno lo vedesse nel mio studio di Adelfia, vicino a Bari, dove sono nato. Infatti lo tenevo sempre girato. Mi sono però avvalso, questa è una consuetudine per me, di una modella per la Vergine. Non è stato semplice trovarla, c’è voluto diverso tempo. L’ho scoperta guardando delle immagini di amici in comune. E ho saputo più tardi che era la pronipote di padre Pio. Anche per il palio dei cittini ho usato un modello, in questo caso il figlio di amici".

Disse che il Drappellone sarebbe stato dedicato a sua madre Lucia.

"Esatto. E’ mancata nel maggio 2023. E’ per lei".