FABRIZIO CALABRESE
Cronaca

Germano: "Vi racconto Pasolini" ’Il sogno di una cosa’ a Poggibonsi

L’attore mercoledì al Cassero della Fortezza con Teardo: "Facciamo in modo che il libro si racconti da solo"

Germano: "Vi racconto Pasolini"  ’Il sogno di una cosa’ a Poggibonsi

Germano: "Vi racconto Pasolini" ’Il sogno di una cosa’ a Poggibonsi

di Fabrizio Calabrese

Parole e musica si intersecano per restituire al pubblico in forma di spettacolo ’Il sogno di una cosa’, una delle opere giovanili di Pier Paolo Pasolini. Un capolavoro da cui Elio Germano e Teho Teardo hanno liberamente tratto l’omonima pièce, in prima regionale mercoledì 12 luglio alle 21,30 al Cassero della Fortezza di Poggibonsi. A chiusura del festival ’Piazze d’Armi e di Città – Discipline(s)’. Pasolini disegnava un affresco dell’Italia del primo dopoguerra. E dunque sognava un futuro migliore.

Qual è, Elio Germano, il sogno che si racconta?

"Il sogno di una felicità collettiva, dell’emigrazione verso la Jugoslavia, un paese socialista, idealizzato, salvo poi scontrarsi con la dura realtà e cercare di tornare in Italia, sognare la felicità per se stessi in un percorso individuale, dall’adolescenza ai 18-20 anni in cui sogniamo cose in grande fino a poi piegare sui compromessi".

Cosa troverà il pubblico al Cassero?

"Noi due saremo seduti dietro un tavolo tra strumenti musicali e amplificatori, sia sul palco che intorno alle sedute degli spettatori che saranno immersi nella storia e che mettiamo nelle condizioni di visualizzare un audio cinematografico, calati nelle scene corrispondenti ai numerosi ambienti del romanzo".

Lo spettacolo è stato scritto a quattro mani. Come si incontrano queste due anime?

"Lavoriamo insieme da tempo. Insieme ci piace fare restituzioni del testo quando ne troviamo uno che ci piace. Con una funzione quasi divulgativa e come approccio condividiamo il fatto che non ci interessa marcare una nostra interpretazione. Facciamo in modo che il libro si racconti da solo nella maniera più fedele possibile restituendo, attraverso le nostre sensibilità, le tematiche al suo interno".

Perché avete scelto questo testo di Pasolini?

"Racconta molto della sua vita, i luoghi dove è nato, dove ha insegnato, le periferie del mondo con queste vite in contrasto molto energiche di giovani che si affacciano alla vita, ci sono le lotte sociali, il boom economico, quindi il passaggio da una ricerca della felicità collettiva a quella individuale fatta di beni da comprare invece che di battaglie per il prossimo".

Come è lavorare con Teho Teardo?

"Meraviglioso. Mi permette di suonare degli strumenti ma soprattutto di avere un approccio con la voce, di suonare la voce restituendo il testo, io con gli strumenti del racconto, lui con quelli musicali".