Giorgi cala il poker di successi: "Benitos? Assomiglia a Porto Alabe"

Il barbaresco aveva già fatto cappotto nel 2016 e trionfato nel 2018. "Il segreto? Crederci e lavoro di squadra"

Giorgi cala il poker di successi: "Benitos? Assomiglia a Porto Alabe"

Il barbaresco aveva già fatto cappotto nel 2016 e trionfato nel 2018. "Il segreto? Crederci e lavoro di squadra"

"Nel 2018 c’era questo ragazzo con me (si gira verso il vice barbaresco Pier Andrea Rugi, ndr), dopo sei anni abbiamo rivinto con un cavallo esordiente. Tutti dicevano ’Benitos montato da uno...’ Ebbene Dino Pes è un grandissimo fantino e l’ha dimostrato", dice Leonardo Giorgi che con questa vittoria cala il poker dopo quelle del cappotto 2016, del 2018 e adesso dell’Assunta 2024. Benitos – castrone sauro di 7 anni che in provincia aveva volato anche a Monticiano, montato da Antonio Mula dove aveva battuto Tale e quale – passa fra due ali di folla che, per un momento, fa silenzio. Poi entra nel cortile della stalla e si lascia fare la doccia.

Giorgi, Benitos quattro giorni nella stalla com’è stato?

"Benissimo, si fa volere bene da tutti. E’ stupendo. Proprio il cavallo da corsa. Pronti, via si parte davanti a quelli che sono più famosi".

Quattro Palii vinti da barbaresco: il segreto?

"Lo dirò forse a questi ragazzi quando lascerò. Però non lo so perché è un segreto. La cosa basilare è crederci, crederci, crederci. La dimostrazione è che con un barbero nuovo, un fantino che aveva tanta fame e una stalla che ne aveva altrettanta si riescono a fare cose che sembravano impossibili".

"Con Leo ho passato diversi Palii e ho avuto la fortuna di vincerne uno, non gli potevo dire ’no’. Per me è come un parente molto stretto. Mi ha aiutato in tante cose, è un professionista. Lo seguo e cerco di imparare il più possibile. Gli ho detto sì, non ci ho pensato due volte", gli fa eco Rugi. Appena alla Lupa è stato assegnato Benitos, quando il vice barbaresco ha visto come si comportava l’ha subito paragonato a Porto Alabe. "Un gesto bellissimo – spiega Giorgi – il cavallo appena arrivato chiamava il mangiare. Nitriva, stupendo. Tutte le volte la colazione alle 5, pranzo e cena, aveva sempre fame. Una gioia. Ha capito subito che qui si stava benissimo". Quando arriva il momento della dedica per la vittoria questa volta è "a me stesso – dice il barbaresco – , alla mia famiglia e ai ragazzi della stalla, Piera Andrea Rugi, Giulio Mattii e Niccolò. Farei anche il nome di due persone speciali, il veterinario Alessandro Illuzzi (con la Lupa già dal cappotto, ndr) e il maniscalco. I meriti sono di un gruppo, una squadra".

Laura Valdesi