
Era in Italia solo dallo scorso marzo e aveva un permesso di soggiorno valido fino a febbraio del 2022, il diciassettenne marocchino E. I. S. annegato nelle acque dell’Elsa mercoledì pomeriggio a Colle, dopo un tuffo dall’alto della cascata del Diborrato, e ritrovato dai sommozzatori dei vigili del fuoco solo dopo tre ore di ricerche. In attesa di un lavoro migliore, il giovane si guadagnava da vivere facendo il venditore ambulante, come testimonia anche il borsone pieno di articoli nuovi che i carabinieri hanno ritrovato sul luogo del lancio in acqua insieme alle scarpe e ai documenti.
Una tragedia che ha sconvolto Colle e che ha ancora alcuni aspetti da chiarire: come la ragione per cui il ragazzo si è tuffato vestito, o il motivo per cui, dopo essere riemerso una prima volta, come alcuni testimoni hanno raccontato, ha dato l’impressione di non riuscire a nuotare fino al bordo della vasca naturale che accoglie l’acqua della cascata prima di scomparire sotto. Le spiegazioni possono essere varie: da quella del caldo opprimente (erano passate da poco le 14 e la temperatura sfiorava i 35 gradi all’ombra) che potrebbe averlo spinto a tuffarsi vestito per conservare il refrigerio anche dopo il bagno, a quella di un malore improvviso dovuto, forse, al brusco contrasto fra il caldo estremo dell’esterno ed il freddo improvviso dell’acqua. Se l’ipotesi del suicidio è ritenuta da escludersi dagli inquirenti, solo il rapporto dei sommozzatori potrà confermare o meno la teoria che E. I. S possa essere stato risucchiato sul fondo da uno degli improvvisi mulinelli d’acqua, di cui le storie locali del Diborrato sono piene.
A.V.