PAOLO PELLEGRINI
Cronaca

Giro d'Italia: tra Umbria e Toscana, la carovana rosa in una terra che ispirò i poeti

La corsa in Val di Chiana e Val d'Orcia, che è patrimonio dell'umanità Unesco

Cicloturisti all'Eroica, la famosissima gara per appassionati di ciclismo d'epoca

Siena, 19 maggio 2021 - “Traverso il mare mosso di crete dilavate / che mettono di marzo una peluria verde / è una strada fuori del tempo, una strada aperta / e punta con le sue giravolte al cuore dell’enigma”. 

E chi, meglio di Mario Luzi, poteva scrivere il biglietto da visita per lo scorcio di Toscana che accoglie oggi il Giro dalla sua parte più fascinosa e romantica, la coda della Val di Chiana e poi la Val d’Orcia patrimonio dell’umanità nella lista dell’Unesco…

C’è da ubriacarsi di suggestione, a guardarsi intorno, forse lo sanno anche i corridori, certo non ne avranno il tempo, perché basterebbe un’occhiata a destra e a sinistra, un fremito dietro una curva per scendere dalla bici e respirare questi panorami.

Da Chiusi, dove la carovana entra in Toscana dopo aver lasciato alle spalle la sponda del Trasimeno come ultimo sorriso dei due giorni umbri, a Montalcino è un susseguirsi di panorami leggendari, scanditi da nomi che da soli fanno un’enciclopedia di arte, storia, cultura, paesaggio, profumi, sapori: magari ai corridori non sfuggiranno i profili lontani di Pienza o Montepulciano, o le processioni di cipressi famose nel mondo intero una volta entrati sulla Cassia.

Certo, che ne sanno loro di Castiglione e della Rocca d’Orcia dove Caterina Benincasa arrivò analfabeta ma vi ricevette il dono della scrittura, per diventare la santa delle lettere appassionate, oggi per la Chiesa co-patrona d’Europa; o magari di Iris Origo e della sua Villa La Foce, dove la scrittrice e il marito prima creano una solida azienda agricola, poi durante la seconda guerra mondiale ospitano bambini profughi e danno alloggio e assistenza a prigionieri di guerra alleati in fuga.

Non potranno certi distrarsi, i ciclisti, ad ammirare la celebre vasca nella piazza di Bagno Vignoni (e chi può, invece, si faccia una camminata qualche volta fino a Vignoni Alto, una magia da restare senza fiato…) o l’austero pacato disegno dell’abbazia di Sant’Antimo.

Panorami incredibili, capaci di commuovere anche un “ateo” come Saul Bellow. Che nel suo “I conti tornano” del 1994, dedica un capitolo all’Italia, che in pratica significa Toscana, che in pratica significa Montalcino e la Val d’Orcia.

“Dalle alture intorno a Montalcino – scrive Bellow – si vedeva Siena. Per quaranta chilometri non c’era nulla a ostruire la vista. Non ho mai avuto un debole per i panorami. Ma la bellezza di una vista tanto ampia, unita all’assenza di fabbriche, di raffinerie e discariche penetrò nella corazza della mia anima novecentesca, tanto ostile ai paesaggi”. Chissà cosa direbbe oggi, a guardare la distesa di vigne che valgono quasi un milione a ettaro. Un patrimonio da due miliardi di euro.

A seguire questa tappa del Giro, tra radio e tv, anche Visit Italy Web Radio, la nuova web radio dell’Enit, l’agenzia che lancia il turismo in Italia, “un mezzo – dice il direttore dell’Enit Giovanni Bastianelli – che attraversa il tempo con la sempre rinnovata capacità di reinventarsi: è capace di arrivare ovunque e di fare la differenza, permette di chiudere gli occhi e sognare di essere in qualsiasi luogo e vivere qualsiasi emozione, come il turismo”.