La protesta dei trattori torna a infiammare anche la Toscana. Gli agricoltori chiedono il giusto prezzo dei prodotti della terra e il blocco della concorrenza sleale. Soprattutto lo stato di crisi del settore, con misure straordinarie. Punti cardine della piattaforma di rivendicazioni del Coapi (Coordinamento agricoltori pescatori italiani), abbracciata da tanti produttori toscani che non ce la fanno più a mandare avanti le aziende di famiglia. E spesso sommerse dai debiti: fra le richieste anche una moratoria con le banche. Un centinaio i trattori che si sono radunati ieri vicino al casello autostradale di Bettolle, nel comune di Sinalunga, sfilando a passo di lumaca e raggiungendo Torrita. "Ora il corteo fino a Chiusi e domani partenza per Arezzo con ritrovo allo stadio, per giungere intorno alle 12,30 con tre mezzi piazza Guido Monaco", spiega Andrea Faralli che coordina il presidio in Valdichiana con Fabio Iacomini. Sull’Aurelia, all’altezza di Capalbio, Salvatore Fais di "Agricoltori italiani" parla di 80 mezzi in strada che hanno congestionato il traffico e che nelle prossime ore manifesteranno a Grosseto. Una decina quelli che si sono ritrovati ieri al casello dell’A11 a Migliarino (Pisa). Oggi il maxi corteo in arrivo dalle province di Pisa e di Lucca che avrà come obiettivo il porto di Viareggio, dove gli agricoltori si uniranno ai pescatori. "Le nostre associazioni non ci ascoltano – dice il responsabile del presidio, Marco Paganelli – perché da 30 anni subiamo disservizi e rincari insostenibili". "Chiediamo la giusta valorizzazione del prodotto – rivendica Iacomini che ha un’azienda a Cetona, nel Senese – , la forbice che c’è fra noi e i consumatori si è allargata ancora".
Laura Valdesi