Greco, la lezione sui musei: "L’oblio il peggior nemico"

Al Santa Chiara Lab discorso coinvolgente del direttore dell’Egizio di Torino

Greco, la lezione sui musei: "L’oblio il peggior nemico"

Greco, la lezione sui musei: "L’oblio il peggior nemico"

Da dieci anni è il direttore del Museo Egizio di Torino, e su quel milione di visitatori contati nel 2023 c’è anche la sua firma. Ospite al Santa Chiara Lab dell’Università, Christian Greco ha tenuto la sua lectio magistralis dal titolo ‘Il Museo e le sfide del futuro’, in cui ha raccontato le idee che hanno indirizzato il suo lavoro, offrendo numerosi spunti di riflessione anche per le realtà senesi. Ricerca, inclusione e transizione digitale sono i tre elementi con i quali il Museo Egizio si avvia, con numeri davvero impressionanti, verso il traguardo dei duecento anni dalla sua fondazione, che sarà celebrata il prossimo ottobre.

"Prima di tutto un museo deve essere uno spazio inclusivo – ha detto – in cui sia possibile ospitare un dialogo. In questo modo si crea memoria condivisa e si connettono generazioni diverse". I dati dell’Istat (gli ultimi risalgono a qualche anno fa) fotografano una realtà poco incoraggiante: solo il 26% della popolazione è entrata in un museo nel 2019. "Se guardiamo a realtà dove i numeri sono molto più alti – prosegue – troviamo un approccio diverso al museo. A Stoccolma, per esempio, all’interno della struttura c’è un frigorifero e uno spazio per cucinare, così le famiglie entrano con la loro spesa, si cucinano il pranzo e lavano i piatti. Come a casa. Così il museo diventa un luogo di tutti".

Un atteggiamento diverso, che non è solo questione di forma. E poi, tante attività. "A partire dalla ricerca – afferma Greco – che è fondamentale per restituire un contesto agli oggetti esposti. Noi abbiamo fatto una mostra dedicata a questo tema, per far raccontare al di fuori delle riviste scientifiche gli esiti degli scavi e le ricostruzioni possibili. La mostra doveva durare sei mesi, è rimasta per due anni e mezzo".

Attività per famiglie, collaborazioni con altre istituzioni cittadine, giornate di apertura gratuita ed eventi di condivisione e aggregazione. Ma anche intuizioni, come quella che riguarda il copyright delle immagini. "Quando ho scoperto che il museo guadagnava solo 13mila euro l’anno per il copyright – spiega Greco – ho deciso di azzerarlo. Abbiamo pubblicato sul sito web tutte le immagini di quello che è esposto e le abbiamo messe a disposizione di tutti, anche a scopo di lucro. Questo ha portato un’enorme diffusione della conoscenza del nostro patrimonio". Un dato che lo dimostra: in un anno le tesi di laurea dedicate al Museo Egizio sono passate da zero e ottantanove. "Il pericolo più grande che corre il nostro patrimonio culturale – sottolinea Greco – è l’oblio. Per questo rinunciare al copyright si è dimostrata un’idea vincente. Ricordiamoci che i musei sono la nostra memoria, e senza memoria una società non ha presente e non ha futuro".

Riccardo Bruni