Colle Val d'Elsa (Siena), 15 dicembre 2022 - Per Roberto Pierucci, amministratore delegato di Rcr, le storiche cristallerie valdelsane, la battaglia contro le centrali idroelettriche sul fiume Elsa "è il classico paradosso italiano e soprattutto toscano. Il Governo sprona le aziende - spiega - a trovare fonti energetiche alternative per tagliare le bollette. E quando un’impresa progetta impianti e punta sulla transizione ecologica, spunta un comitato o una forza politica che grida “no“ e quel progetto salta, perché gli enti decisori, dai Comuni al Governo, bloccano tutto".
Altrove la chiamano sindrome Nimby, "not in my back yard", non nel mio giardino. A Colle Val d’Elsa, la città del cristallo, ha colpito il progetto di due centrali idroelettriche, con una potenza istantanea complessiva di 0,6 Megawatt e una capacità di 4 Gigawh.
Pensate da anni, approvate con entusiasmo dalla Regione Toscana, come esempio di energie alternative, dovrebbero essere realizzate da MAK2 e PVG, due società emanazione di Silextech, guidata da Luca Miris. "Il progetto MAK2, già esistente - spiega Miris - è costato circa 800mila euro, tra acquisto e ristrutturazione. Mentre l’altro, PVG, costerà circa 2 milioni di euro e per la realizzazione ci vorrà circa un anno".
Il condizionale è d’obbligo. Perché contro quella centrale da 440 Kw, che dovrebbero essere utilizzati esclusivamente dalle cristallerie Rcr, c’è un ricorso presentato dal sindaco di Colle, Alessandro Donati, da forze politiche del centrosinistra e da Italia Nostra, pendente al Tribunale delle Acque.
La seconda udienza è fissata per gennaio 2023, ma non sarà decisiva. "Il verdetto - è la previsione dell’ad Silextech - potrebbe arrivare alla fine del prossimo anno. Siamo costretti a stare fermi, in piena crisi energetica, quando c’è una soluzione a portata di mano".
Pierucci conferma l’intenzione di Rcr di usare l’energia prodotta dalla nuova centrale. "Coprirebbe l’8% del nostro fabbisogno. Considerando che solo per il mese di agosto abbiamo pagato una bolletta da 2 milioni di euro, mentre ad agosto 2021 era di 400mila euro, si parla di risparmi potenziali di 200mila euro al mese".
Perché il Comune e i comitati si sono opposti, nonostante il sì della Toscana? "La nostra contrarietà al progetto approvato dalla Regione - dice il sindaco Alessandro Donati - è legata alla mancanza di risposte chiare su due temi che riteniamo cruciali: il futuro delle Gore e del Parco Fluviale. Noi vogliamo tutelare questi due presìdi ecologici, per molti colligiani il fiume Elsa è un elemento di identità. Secondo il Comune, non sono stati usati sistemi di calcolo oggettivi per definire i parametri per ’il deflusso minimo vitale’ dell’Elsa. Il nostro timore è che il prelievo d’acqua sia eccessivo".
E’ un duello tecnico-numerico, che resiste nonostante i chiarimenti di esperti e il disco verde di altre associazioni ambientaliste. La battaglia diventa più aspra quanto più le bollette energetiche diventano salate. Quindi sta toccando il punto più alto ora. A un mese dall’udienza davanti al Tribunale delle acque.