
di Pino Di Blasio
Per quanto offuscata da altre inchieste più clamorose e imminenti, la vicenda ’Hidden Partner’ si prepara a vivere giorni decisivi. Soprattutto sul destino delle società coinvolte, a partire da Sielna, la holding creata dal magnate kazako Igor Bidilo che controlla tutte le attività rilevate in Italia; dai marchi storici Nannini e Scudieri ai 27 locali tra quelli di Piazza del Campo e di Siena, il Caffè Giubbe Rosse e Scudieri a Firenze, il ristorante fashion a Milano. Nel silenzio delle dichiarazioni degli inquirenti e degli indagati, in attesa delle decisioni sulle società che dovranno prendere i giudici, chi lavora per trovare soluzioni rapide ai problemi che si presentano via via, è l’avvocato italiano di Igor Bidilo, Carlo Arnulfo. Che però pesa attentamente le parole per evitare di far irritare gli inquirenti, a partire dal gip Ilaria Cornetti.
"Abbiamo già pagato circa 3 milioni di euro - racconta l’avvocato Arnulfo a La Nazione - per liquidare fornitori e dipendenti. Gli effetti si vedono, i locali lavorano normalmente e sono fiduciosi sulla ripartenza di un’estate che si annuncia promettente come turismo. Ora bisognerà risolvere la questione delle quote societarie: per riaffidarle a Igor Bidilo bisognerà versare altri 3 milioni di euro, ma bisognerà studiare le modalità bancarie e finanziarie per girare questa somma alla procura".
Non è un passaggio ininfluente: il clamore dell’inchiesta, le ordinanze di inibizione sugli amministratori della società, i sequestri e l’avviso di garanzia a Bidilo, hanno provocato il blocco dei conti correnti e la necessità di aprirne altri, con la supervisione della procura di Siena. Se l’avvocato Arnulfo riuscirà a trovare la soluzione finanziaria, presumibilmente con un conto in valuta estera presso una banca toscana, le quote di Sielna tornerebbero a disposizione del magnate kazako. Che potrebbe confermare nel ruolo di amministratore, il commercialista di Firenze Antonio Castagnazzo, scelto dalla procura, e le due consigliere designate dal professionista. "Sta lavorando in maniera egregia - conferma l’avvocato Arnulfo - e potrebbe rappresentare gli interessi della società. Visto che gli ex amministratori sono inibiti e Igor Bidilo ha molti altri interessi". Difficile un ritorno, almeno dell’immediato, per l’altro socio Constantin Catalin Maxim e per il dirigente Cataldo Staffieri, viste le decisioni del gip. Ma tutto è legato su come girare quei 3 milioni ’provvisionale’ alla procura per tornare in possesso delle quote di Sielna. Una strada potrebbe essere trovata nei prossimi giorni.
Contemporaneamente i difensori del socio di maggioranza di Sielna, cercano anche una consulenza di peso in Estonia, capace di controbattere al consulente della procura e della Guardia di Finanza, che ha evidenziato il reato di evasione fiscale e conseguentemente di autoriciclaggio. Il consulente estone dovrebbe in pratica evidenziare che il regime fiscale nel Paese baltico non è ’induttivo’ come quello italiano. "In Estonia - spiega l’avvocato Arnulfo - sta allo Stato dimostrare che l’incremento patrimoniale è frutto di redditi cresciuti, e quindi tassabili, e non di sopravvenienze particolari. In Italia, invece, sta al contribuente dichiarare da dove provengono quei capitali aggiuntivi".