LAURA VALDESI
Cronaca

Hidden Partner, respinte le accuse. Le difese: "Nessuna corruzione"

Otto ore l’udienza preliminare sul caso Bidilo. Il suo avvocato parla l’8 aprile insieme al legale di Bellandi

L’avvocato Enrico De Martino

Siena, 23 febbraio 2024 – Dall’operazione battezzata dalla procura ’Gran caffè’ a quella ’Borgo Pinti’ e ’Barton-Medioceppa’. Alla posizione di alcune persone giuridiche, società chiamate in causa a vario titolo dalla Finanza indagando sugli affari del magnate kazako Igor Bidilo. Un grande affresco dell’inchiesta ’Hidden partner’ ma tratteggiato questa volta dalle difese di 11 dei 17 imputati, emerso ieri nelle oltre otto ore di udienza preliminare. Non si è entrati troppo nel dettaglio ma sono stati approfonditi molti aspetti che per gli investigatori configurano un reato – dall’appropriazione indebita alla presunta corruzione, dalla truffa all’autoriciclaggio – e per le difese non rappresentano invece alcun illecito. Il primo a prendere la parola davanti al gup Sonia Caravelli non è stato però Carlo Arnulfo che assiste il magnate kazako finito al centro della vicenda giudiziaria per via degli acquisiti di locali fatti a Siena, in Piazza del Campo, ma anche a Firenze per esempio. Probabilmente chiuderà la prossima udienza necessaria per consentire ai difensori di apportare elementi per evitare il processo chiesto invece per loro dal pm Siro De Flammineis. L’8 aprile, così è stato deciso quando alle 18 le luci dell’aula si sono spente, dalle 10 si riprende probabilmente con la difesa di Andrea Bellandi (avvocati Vincenzo Di Benedetto e Michele Bellandi), quindi Arnulfo per Sielna e Bidilo, che saranno il ’cuore’ della trattazione, poi Beniamino Schiavone per la società Taica. Non si sa ancora se l’8 aprile il gup Caravelli deciderà sui nomi per cui ritiene necessario il processo oppure rinvierà ancora per eventuali repliche. Una decisione delicata, per la quantità delle persone chiamate in causa ma anche la complessità delle operazioni di cui, secondo la procura, sarebbero stato artefici.

E’ stato l’avvocato Fabio Pisillo a prendere ieri per primo la parola. Seguito dal figlio Giulio e dal collega di studio Mirko Guggiari che si sono occupati delle posizioni di Catalin Constantin Maxim (amministratore di fatto dalla costituzione nel luglio 2015 e legale rappresentante dall’aprile 2017 di Sielna) e della moglie Nadia. "Per quanto attiene per esempio l’operazione ’Gran Caffè’ "ho sottolineato – osserva a margine – che diversamente da quanto affermato dal pm questa società ha svolto una serie di attività, era ben operativa. E ancora: " Le contestazioni che riguardavano i finanziamenti rispettivamente di 10 milioni di euro e di 1,5 che secondo la procura sarebbero contributi a titolo di liberalità da parte di Sotko a Sielna ritengo che ci siano tutti gli elementi per ritenere che si trattasse di un finanziamento". All’avvocato Giulio Pisillo il compito di evidenziare tra l’altro come non ci sarebbe nulla nell’enorme fascicolo che riporti a maxim relativamente all’ipotesi corruttiva. "Le cose importanti sono invisibili agli occhi, come diceva ’Il Piccolo principe’", chiosa l’avvocato Enrico De Martino che difende con il figlio Lorenzo il deputato Francesco Caiata, sua sorella e sua madre, ma anche l’ex giudice della corte dei conti Vincenzo Del Regno e il presid ente della Camera di Commercio Massimo Guasconi. "nel senso che questo processo ha un vizio di fondo poiché sono state osservate uan serie di vicende da ujn unico occhio teso ad individuare profili di reato senza chiedersi mai se vi sono spiegazioni alternative e lecite", ha chiarito. nel pomeriggio hanno poi parlato Roberto Inches e massimo Rossi per Cataldo Staffieri, Cristiano Vecoli per l’ex Cm e Soluzioni ora Opera service consulting, quindi Alessandro Buonasera e Silvia Albani per Simona Adurno, moglie di Staffieri.