
’Hidden Partner’, la prima udienza Si torna a giocare al risiko dei locali
di Pino Di Blasio
Non aspettatevi fuochi d’artificio giudiziari, colpi di scena, rinvii a giudizio o richieste di archiviazione. Il 14 settembre il giudice per l’udienza preliminare Sonia Caravelli, di fronte alle 62mila pagine di istruttoria, indagini e intercettazioni dell’inchiesta ’Hidden Partner’, non potrà fare altro che alzare gli occhi al cielo e provare a stilare un calendario di udienze. Per almeno sei mesi non ci saranno decisioni o verdetti. E bisognerà aspettare anche per la requisitoria del pm, Siro De Flammineis, al quale toccherà il compito di riassumere quella mole di indagini. E trasformare tutto in richieste di processo, con tanto di accuse formulate per ognuno dei 13 imputati.
Dall’ingegnere milionario di origini kazake, Igor Bidilo, ai suoi ex soci di Sielna Maxim Constantin Catalin e Cataldo Staffieri e ai loro familiari, passando per il deputato di FdI Salvatore Caiata, per il presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi, per il manager Andrea Bellandi, per l’ex giudice della Corte dei Conti Vincenzo Del Regno e perfino per il vigile urbano coinvolto per i permessi di accesso alla ztl, su tutti e 13 pende la richiesta del pm di rinvio a giudizio. L’elenco delle accuse, ovviamente a vario titolo, va da riciclaggio internazionale, auto riciclaggio, reati tributari, appropriazione indebita e altri reati societari, corruzione e traffico di influenze illecite. Ci sono anche cinque società, a partire da Sielna, coinvolte nell’inchiesta.
Questo il fronte dell’accusa. Per quanto riguarda le strategie difensive, ognuno avrà le sue. Igor Bidilo ha denunciato nei mesi scorsi i suoi ex soci per appropriazione indebita, presumibilmente chiederà il rito abbreviato assieme ad altri protagonisti, per cristallizzare le indagini e fermare tutto allo stato dell’arte. Il deputato Salvatore Caiata potrebbe preferire il processo regolare, con i suoi tempi lunghi e la possibilità di scegliere rimandata ad altre occasioni. Non ci saranno novità in queso senso il 14 settembre. Tutti prenderanno tempo, l’udienza sarà necessariamente interlocutoria, considerando anche la mole del fascicolo davanti al gup.
Gli appuntamenti della giustizia si intrecciano con quelli degli affari. E, come per la finanza italiana, a Siena si ricomincia a giocare al risiko dei locali, soprattutto per quelli in Piazza del Campo. Come in ogni gioco da tavola, bisogna piazzare le pedine sul tabellone. Igor Bidilo, diventato l’unico azionista della società proprietaria dei locali a Siena, Firenze e Milano, oltre che dei marchi Nannini e Scudieri, ha fatto già le sue prime mosse. Supportato dall’amministratore unico Denis Milovidov, che a sua volta si affida al gruppo Infinet dell’avvocato Belli, del commercialista Ristori e del manager Andrea Bellandi, con la supervisione di Vagan Oganyan.
Prima mossa il cambio del nome: Sielna non ha più senso, visto che erano le iniziali delle mogli dei tre ex soci (Bidilo, Staffieri e Constantin). Oggi la società si chiamerebbe Faro Alto (non chiedetemi perché, non lo so), avrebbe sede a Firenze, in via Pier Capponi e ci sarebbe sempre Milovidov come amministratore unico. Seconda mossa, via i locali più piccoli e business concentrato sui medi e grandi spazi. Il Caffè Nannini in Piazza Matteotti e quello fuori Porta Camollia sono stati affittati a Maxim Constantin, con la clausola del diritto all’acquisto in 3 anni.
Conca d’Oro, Nannini in viale Toselli e in Massetana, più i locali in Piazza del Campo restano nel bouquet di Faro Alto.
Che si sta focalizzando sull’operazione ex Conad, a lato della Torre del Mangia. L’opzione è stata prorogata fino a settembre, il progetto di Bidilo e gli altri è trasformare l’ex supermercato in un ristorante ’sostenibile’, una sorta di Eataly in chiave senese. Dove mangiare gli hamburger e la carne degli allevamenti della Fratta (in Valdichiana, il set del film Pinocchio di Garrone), i salumi della Salcis e il Chianti Piccini. Un investimento da circa 1 milione di euro, che aspetta il sì dei progettisti.