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Hisham Matar, il ritorno: "Tocco un altro livello nella mia relazione particolare con Siena"
"Solo davanti a un libro o a un dipinto si può avere realmente accesso alla prospettiva di un altro". Il rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, ha scelto queste parole tratte dal libro ‘Un punto di approdo’ per accogliere l’autore, lo scrittore libico Hisham Matar, ospite ieri a Siena per l’inaugurazione della nuova sede in via Bandini del Cest, il centro studi sulla traduzione diretto da Giulia Marcucci.
Un momento importante, che rappresenta un nuovo punto di incontro tra i due atenei senesi, in una piccola sede che sarà luogo di studio ma non solo. "Speriamo che diventi anche un luogo di vita – ha detto Montanari – e di incontro. La nostra nuova sede sarà una casa per i traduttori, un luogo dove incardinare tutta la riflessione attorno alla traduzione".
Ospite d’eccezione per l’evento, lo scrittore Premio Pulitzer, che proprio a Siena ha dedicato il suo libro ‘Un punto di approdo’, in cui racconta il suo soggiorno in città, durato trenta giorni, durante i quali le visite quotidiane alle opere di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti e gli altri si alternano a lunghe passeggiate nel centro storico. Una folgorazione verso la scuola senese nata negli anni Novanta, quando Matar aveva diciannove anni e frequentava l’università a Londra. Nelle pagine del libro, l’autore racconta una fascinazione quasi sacrale per i dipinti senesi, che arriva ad alimentare in lui la venerazione che "un devoto può provare per La Mecca, Roma o Gerusalemme".
"Questo è un evento molto significativo per me – ha detto Matar nel corso dell’incontro nell’aula dell’Università per Stranieri in via dei Pispini – e sono felice di essere stato invitato. Aggiunge un altro livello di significato alla mia relazione con Siena e non avrei potuto essere qui con una migliore compagnia della mia traduttrice Anna". Ad accompagnare lo scrittore è stata infatti Anna Nadotti, che ha tradotto i suoi libri per Einaudi.
"Anche quando sono stato qui nel 2016 – ha ricordato Matar – per trascorrere mesi in Siena, Anna venne da Torino. Stava traducendo il mio libro ‘Il Ritorno’ e passammo insieme alcuni splendidi giorni camminando per la città e parlando di alcuni passaggi del libro". "Il motivo per cui la traduzione è così importante – ha aggiunto lo scrittore, tornando sul tema della giornata – è che la letteratura stessa è traduzione. Se vi chiedo di pensare a una persona che amate veramente, qualcuno per cui provate un sentimento forte, e se vi chiedessi di spiegarmi cosa sentite, ci sarebbe comunque una differenza tra quello che dite e quello che realmente provate. Questo è il motivo per cui quando in un libro leggi la descrizione di qualcosa che hai realmente provato, quel momento che ti scuote perché riconosci quell’emozione".