PINO DI BLASIO; LI SINDACO LUIGI DE MOSSI
Cronaca

"Ho cambiato la storia Siena si è rimessa in moto Il centrodestra locale ora rivuole il potere"

Il sindaco De Mossi: "Nessun problema con i leader nazionali. L’alleanza con Iv? Politica a geometrie variabili, conta la persona. nelle comunali. Appoggio Castagnini, non ho piani per il ballottaggio".

"Ho cambiato la storia Siena si è rimessa in moto Il centrodestra locale ora rivuole il potere"

di Pino Di Blasio

lI sindaco Luigi De Mossi promette che "resterà seduto sulla poltrona a Palazzo Pubblico fino al 29 maggio, dopo l’esito del ballottaggio". E che non è mai stato così sereno come in queste ultime settimane. Per questo il suo bilancio di cinque anni di mandato contiene meno pepe di quanto era lecito attendersi.

Qual è il suo stato d’animo in campagna elettorale?

"Sostengo una persona che penso possa portare avanti le scelte di questa amministrazione".

Il suo passo di lato è un appoggio a Massimo Castagnini?

"In questi cinque anni ritengo siano state fatte tante cose. Tocca ai cittadini dire se sono state fatte bene o male. Sono stati i 5 anni più difficili dal dopoguerra, tra Covid, Ucraina e crisi energetica. Con i soldi del Pnrr e i lavori già avviati, Siena si è rimessa in marcia. A me piacerebbe che marciasse nella direzione verso la quale l’ho indirizzata io".

Pensa che Castagnini possa farcela a diventare sindaco?

"Ci sono otto candidati, ritengo abbia chances per vincere".

I leader nazionali del centrodestra la criticano per la sua scelta di campo alle elezioni.

"Sono un moderato di centrodestra, non cambio rotta. Da Donzelli a Salvini avevano fatto dichiarazioni a favore di una mia ricandidatura. I problemi non ci sono mai stati con il centrodestra nazionale, né da FdI, né da Lega e Forza Italia".

I veti su di lei sono dei leader locali di Fratelli d’Italia?

"Credo sia emersa una vertigine dovuta all’esito delle elezioni politiche. I partiti locali, soprattutto quello vincente, erano convinti che il potere dovesse ritornare nelle loro mani. Come surplus mettiamoci il mio carattere e l’esito della partita non poteva che essere il mio passo di lato".

Nel 2018 lei aveva l’occasione di cambiare la musica a Siena, con la maggioranza schiacciante in consiglio. Alla fine ha cambiato solo qualche suonatore...

"Non ho una visione così politica della città, la mia è solo amministrativa. Non ho cambiato una virgola: lavoriamo ancora per il Policlinico, per trovare i 3 milioni per il Palazzo di Giustizia, per il nuovo piano operativo. La musica è la stessa, possono cambiare i suonatori. Ho cercato di tenere insieme questa maggioranza anche dando la disponibilità a non ricandidarmi".

Il mandato bis era una rottura?

"La vertigine della vittoria alle politiche aveva dato ai partiti la certezza di poter reclamare un candidato di bandiera. A Palazzo Patrizi ho invitato tutti a dialogare e stare insieme".

La maggioranza si è spaccata. Non pensa abbia pesato anche il ’ricciarello magico’?

"I partiti hanno lanciato un’Opa sulla città. Tutti hanno consiglieri, registi, padri più o meno nobili. Hanno usato quel pretesto per rivendicare la leadership dei partiti locali, accantonando la componente civica, di centrodestra, che per me è importante".

Come pensa finirà il suo mandato amministrativo?

"Ormai è finito, il bilancio potranno votarlo o non votarlo. La cosa più curiosa è che la maggioranza è andata avanti, ha approvato tutte le delibere senza patemi".

Le rimproverano l’alleanza con Italia viva e Scaramelli..

"La politica è a geometrie variabili. Negli ultimi 5 anni c’è stato un governo giallo-verde, poi uno giallo-rosa, poi ancora uno dalle larghissime intese con Draghi. Oggi parlare di ideologie credo sia un’occasione per giustificare se stessi. Nelle amministrative si vota la persona, non il partito".

Dica una cosa per la quale è fiero di aver fatto il sindaco.

"Nel 2018 ho cambiato la storia della città. La gestione del Covid e le scelte sulla cultura, dal Santa Maria della Scala ai Teatri affidati a Benvenuti e al centenario della Chigiana, sono atti che considero successi. Come il rapporto con le istituzioni e l’aver portato, con Regione e Provincia, 150 milioni alla Fondazione Mps".

Il suo errore più grande è il rapporto con la maggioranza?

"Il mio limite è non aver avuto la pazienza, né la competenza, di guardare alla politica ma solo all’amministrazione. Per questo appoggio un amministratore, alle elezioni. E’ stato un mio limite, ma la città rifletta: a livello locale sono più importanti gli amministratori che i politici".

Cosa c’è dietro l’angolo del 28 maggio?

"Io ho trovato una città statica nel 2018, oggi è in movimento. Biotecnopolo, Policlinico, Monte dei Paschi, Fondazione, progetti Pnrr, sono tutti temi sul tavolo dell’amministrazione. Abbiamo stretto contatti con l’estero. E rivendico anche il restauro del Buon Governo, diventato un evento, e i lavori al Santa Maria della Scala".

Come vuole esser ricordato?

"Le contestazioni sono sulla persona, non sugli atti. Le colpe del passato sono storia, ormai. Fino al 29 maggio sarò qui, e non ho nessun piano B per il ballottaggio, nel caso non ci andasse Castagnini. La catena del destino va tirata un anello per volta".