"Mio padre e mia madre erano operai. Vengo da una famiglia di’ tute blu’, quindi vivo la crisi Beko con uno spirito diverso, più battagliero". Così Elisa Pieri, 49 anni, entrata alla fine del 2000 con il primo contratto nella fabbrica di viale Toselli e oggi alle prese con l’annunciata chiusura del sito. "Sono delegata della Uilm e credo molto nel sindacato – le sue parole –. Ho affrontato tante lotte nella mia vita, non ci dobbiamo scoraggiare". Elisa vive con il figlio di 23 anni: "Da 12 anni non vedo uno stipendio pieno a causa degli ammortizzatori sociali – racconta –. Ci sono le bollette da pagare e abbiamo un mutuo sulla casa. Per fortuna mio figlio lavora e mi ha detto: “Mamma, non ti preoccupare. Troveremo una soluzione“. Guardando lui, trovo ogni giorno tutta la forza per andare avanti".
Per Elisa "il Natale è stato una domenica come le altre": "Certo, si sente l’atmosfera, per questo ho fatto trovare a mio figlio e ai miei genitori un pensiero sotto l’albero". Quanto invece al Capodanno, Pieri non ha dubbi: "Andrò a cena e a ballare con alcuni amici di Chiusdino. Adoro ballare, è la medicina migliore per allontanare la negatività e le preoccupazioni. Voglio infatti affrontare Capodanno con serenità e ottimismo, anche se sento che è scattato il count down. Il prossimo anno ogni giorno sarà di lotta e qualcosa porterà. A gennaio si rientra al lavoro – continua –: sarà un rientro pesante dal punto di vista psicologico, duro. Noi operai continueremo a fare il nostro dovere e a portare rispetto verso l’azienda, anche se l’azienda non mostra rispetto verso i lavoratori. In ogni caso, vado avanti con il sorriso, perché la positività attrae positività".
Cristina Belvedere