FRANCO TINELLI
Cronaca

I cinquant’anni del Cai Ora gli iscritti sono 700

Non solo escursioni a piedi in montagna, ma anche mountain bike e cartografia. E nella ’squadra’ entrano donne e bambini per poter aumentare le attività

di Franco Tinelli

La recrudescenza del Covid non permetterà di accendere le 50 candeline preparate sulla torta di compleanno della sezione senese del Cai, il Club alpino italiano. L’associazione nata a Siena il 18 ottobre del 1970 con una cinquantina di aderenti nel Palazzo dei Rozzi si apprestava a festeggiare il mezzo secolo di vita con la sua attuale ’famiglia’, assai allargata, che oggi conta ben 700 iscritti. Ma la pandemia ha fatto slittare tutto al 2021. I soci comunque non restano con le mani in mano. Stanno preparando un libro sulla storia del Cai senese per celebrare la ricorrenza e in questi giorni tutti si sentono stretti in un abbraccio virtuale. L’attuale sezione in realtà ha un lontano progenitore. A Siena fu creata una sede del Cai nel 1875, a soli 12 anni di distanza dalla fondazione a Torino del Cai nazionale per volontà di Quintino Sella. Nella nostra città collinare l’amore per la montagna e l’alpinismo era una passione d’élite, coltivata da pochi. A capo del sodalizio fu l’allora sindaco Luciano Banchi, intellettuale, storico e scrittore. Ma a otto anni dalla nascita, la sezione fu sciolta per il ridotto numero di soci.

Rinacque un secolo dopo, nel 1970. E da allora il Cai senese ha continuato ad allargare i suoi orizzonti diventando un’associazione molto popolare, animata non solo da esperti scalatori ma anche da semplici appassionati di trekking. Nei primi anni di vita "il Cai risentiva ancora di quell’aria di confraternita per iniziati della montagna – ricorda Gianfranco Giani, uno dei decani – che metteva soggezione ai nuovi arrivati". Poi la sezione si è aperta. Fino agli inizi degli anni Novanta, il Cai era un’associazione prettamente maschile. "C’era allora una sola donna, alla quale fu assegnata la mansione di segretaria". Ma negli anni a seguire l’invasione delle donne è stata massiccia. Ora sono tantissime. Il consiglio direttivo ne conta 4 su 11 membri e numerose sono organizzatrici di svariate attività".

Un tempo il Cai era un’associazione per soli adulti. Ora ci sono torme di bambini organizzati nel gruppo degli ’Aquilotti’, che fanno trekking insieme ai genitori ma anche si arrampicano con funi e moschettoni. In passato nel Cai si andava in montagna, ovvio, con i piedi negli scarponi. Ora si va anche anche con i piedi sui pedali. C’è infatti un gruppo di appassionati che organizza escursioni con mountain bike. Prima i soci del Cai camminavano soltanto sulle montagne. Ora camminano anche dentro le montagne. Da alcuni anni il Club alpino ha infatti un nutrito gruppo di appassionati di speleologia. Sono loro ad aver scoperto, ispezionato e catalogato un’ottantina di grotte sulla Montagnola.

Cai non significa solo divertimento o svago. Nella sezione di piazza Calabria a Vico Alto si tengono lezioni di cartografia, di meteorologia, di pronto soccorso e di tecnica di scalata. Per i ragazzi disabili si organizzano escursioni di ’montagnaterapia’. Insomma: il Cai non è più quello di una volta,