Hanno subito convinto la Borsa, i numeri del terzo trimestre 2024 presentati ieri mattina dall’ad del Monte dei Paschi Luigi Lovaglio (foto a destra). A pochi minuti dall’annuncio di un utile netto, nei primi nove mesi dell’anno, pari a 1,57 miliardi di euro (+69%), Mps a Piazza Affari ha fatto registrare un +3,3% a 5,38 euro. Un risultato che, gli analisti di Intermonte e Equita hanno immediatamente battezzato "superiore alle attese". "Siamo lieti di presentare risultati solidi che confermano la capacità di crescita trimestre su trimestre – ha detto il ceo di Mps Luigi Lovaglio – con un’ottima performance operativa, generando capitale e dividendi".
Volano dunque i risultati di Mps approvati dal consiglio di amministrazione presieduto da Nicola Maione (foto a sinistra) che parlano di una crescita solida in linea con gli indirizzi dettati dal piano industriale. Quattro i passaggi significativi della relazione: utile ante imposte in crescita anno/anno +18,9%, grazie alla crescita dei ricavi +8,3% spinta da una performance a doppia cifra sulle commissioni che segnano un 10,7% in più grazie all’attività sul risparmio gestito (wealth management) che registra +19,6% e bancassicurazione +9,6%. Ed ancora costi operativi sotto controllo, in crescita solo a seguito applicazione nuovo Contratto collettivo nazionale del lavoro che ha fatto aumentare le spese per personale del 6,9% mentre le altre spese sono in contrazione; i finanziamenti alla clientela sono stabili e sotto controllo i crediti deteriorati che sono coperti per oltre il 49% con un indice NPE ratio netto del 2,4%. Infine positivo anche l’andamento dell’indice cost/income che scende del 2,7% attestandosi al 45,8%.
Questi alcuni dei principali numeri che fanno la fotografia di una banca che ha ritrovato il suo equilibrio con la cura imposta dal Governo, ed è pronta ad affrontare le prossime sfide. A partire dalla reazione alla mossa, delle ultime ore, fatta da Banco Bmp che ha lanciato un’Opa volontaria su Anima Holding, offrendo 6,2 euro per azione.
La strategia dell’ad di Banco Bpm Giuseppe Castagna non sarebbe legata solo all’aumento delle masse gestite ma anche al rafforzamento dell’asset strategico. Anima legata a doppio filo con Rocca Salimbeni che rappresenta il 16% delle masse gestite dall’azienda del risparmio con un accordo di distribuzione che scadrà nel 2030. Non si esclude dunque che possa essere proprio Banco Bpm il partner al quale il Governo potrebbe rivolgersi per cedere le quote di Mps. Cauto, su questo, il commento dell’ad di Mps Lovaglio: "Riteniamo che possa essere un’operazione interessante ma è ancora troppo presto. Seguiremo l’evoluzione dell’operazione e poi saremo in grado di commentare".
Passaggi decisivi, anche perché l’obiettivo principale del Governo è ridurre la propria partecipazione nel capitale di MPS per rispettare gli impegni presi con la Commissione Europea, che prevedono una riduzione della quota statale, inizialmente del 64%, entro la fine del 2024. L’ad Lovaglio non è entrato nel merito se il Tesoro debba vendere ancora ma una cosa l’ha detta: "Al Mef hanno dimostrato che sanno cosa stanno facendo e fino ad ora hanno fatto le cose bene per cui lasciamogli fare le cose che ritengono siano il meglio per la banca e per gli azionisti".