REDAZIONE SIENA

I Donatori di Sangue in campo: "Sarà creato un osservatorio. Formazione e incontri nei rioni"

Il questore Pietro Milone apprezza l’iniziativa che parte con i primi due moduli già a inizio 2024. Il presidente Rossi: "Saranno raccolti i dati di tutti gli attori che lavorano a questo grave problema".

I Donatori di Sangue in campo: "Sarà creato un osservatorio. Formazione e incontri nei rioni"

I Donatori di Sangue in campo: "Sarà creato un osservatorio. Formazione e incontri nei rioni"

"Utilissimo l’occhio delle Contrade, ho sempre battuto sull’importanza del controllo di vicinato di cui sono l’esempio migliore. Siena da questo punto di vista è una città privilegiata. Chiaro che quanti più strumenti si hanno a disposizione e più parliamo del fenomeno della violenza di genere meglio è. I primi ad oggi sono anche troppi a livello normativo ed investigativo, ciò che manca è creare una coscienza collettiva nelle persone affinché intervengano qualora vedano, leggano anche sui social o vengano a sapere qualcosa. Se continuiamo a girarci dall’altra parte mettendo la testa sotto la sabbia non si arriva da nessuna parte. Inutile cercare colpevoli nella magistratura, nelle forze di polizia. Il problema è culturale e adesso c’è bisogno dell’aiuto di tutti". Chiaro e forte il messaggio del questore Pietro Milone che apprezza dunque l’iniziativa del Gruppo donatori di sangue delle Contrade presentata ieri a cui ha dato impulso, come coordinatore all’interno del Magistrato, il priore della Lupa Carlo Piperno.

"Un progetto fatto a moduli, ’Fermiamo la violenza contro le donne’. Non abbiamo la pretesa di risolvere il problema – spiega il presidente dei Gruppi donatori Paolo Rossi – ma sono già pronti due moduli su cui lavorare già dall’inizio del 2024. Il primo sarebbe la creazione di un osservatorio che punta a raccogliere i dati di tutti gli attori che affrontano questo grave problema inserendoli all’interno di un software che noi stessi faremo fare da un’azienda di Siena. Ciascuno ci darà ciò che accade in tempo reale ma avrà anche la possibilità di interfacciarsi con l’Istat in modo da avere il polso della situazione nazionale. Cerchiamo, insomma, di comprendere l’entità del problema all’interno della nostra provincia". Rossi spiega poi che c’è anche un secondo modulo pronto a decollare. Riguarda "la formazione di una serie di persone che dovranno diventare operatrici volontarie in modo che le donne sappiano a chi rivolgersi. La terza fase sarà quella di penetrare nelle Contrade cercando di creare una coscienza, portando le testimonianze di tutti, dal pronto soccorso alle forze di polizia al volontariato. Supportati in ciò anche da Vittoria Doretti, ideatrice del Codice rosa. In testa ne ho anche un quarto modulo ma è ancora acerbo". Tutto ciò grazie alle risorse che la Regione dà ai gruppi per la donazione del sangue. "A noi per mantenere in piedi la sede bastano al massimo 2400 euro. Quel che resta verrà investito per finanziare il progetto", aggiunge Rossi. ’Donna Chiama Donna’ sarà a fianco delle Contrade , indicando "quali sono i migliori, così ho chiesto, insegnanti per i nostri corsi visto che hanno un’esperienza consolidata in materia di prevenzione e tutela relativamente alla violenza di genere", sottolinea Rossi.

"Collaborare", è l’appello che il questore Milone rivolge ai priori e alle Contrade portando alcune cifre nazionali: "A 30 giorni dall’ultimo convegno qui sul tema sono state uccise altre sei donne, 967 denunce per maltrattamenti e 379 per atti persecutori, 87 violenze sessuali. Così non si può andare avanti. Occorre che chi sente un urlo, vede uno schiaffo o un pianto non taccia. E’ successo una ventina di giorni fa a Siena che dopo aver avuto un alterco con il suo ragazzo una giovane si è buttata giù dal muretto. Nessuno ci ha chiamato, hanno assistito una ventina di persone. Va vinta la ritrosia ad intervenire".

Laura Valdesi