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I mangini fanno beneficenza. Pratelli: "I fondi serviranno per la riabilitazione di Diego"

Cena offerta dai tenenti vittoriosi di Onda e Lupa a tutti i colleghi: 75 a tavola con le autorità. E c’è chi svela il fioretto: "Il 24 maggio porto a piedi l’asta da San Giuseppe a casa del capitano".

I mangini scherzano. alla cena offerta dai vittoriosi di Onda e Lupa

I mangini scherzano. alla cena offerta dai vittoriosi di Onda e Lupa

di Laura ValdesiSIENA"E’ l’unica occasione durante l’anno in cui mangini si ritrovano tutti insieme", dice Guglielmo Ascheri accogliendo i colleghi alla cena offerta dai tenenti vittoriosi dei Palii 2024, quelli di Malborghetto e della Lupa. Erano 75 a tavola da ’Pier Pettinaio’, diventato il quartier generale del mondo paliesco, con il pro rettore del Magistrato Marco Grandi, il responsabile dell’ufficio Palio Luigi De Rosa e il vice comandante della Municipale Alfredo Zanchi. Per il Comune era presente l’assessore Massimo Bianchini.

Macinano migliaia di chilometri all’anno per vedere corse a paliotti in tutta Italia. Sono gli occhi e le orecchie dei capitani, i loro sensori delle novità. Un gruppo che fa quadrato quando, magari, tutto sembra perso. Figure defilate, quelle dei mangini, ma preziose. "Siamo capitani e tenenti ma la gioia che si prova quando il cavallo fa scoppiare il mortaretto è quella di qualsiasi contradaiolo, siamo prestati a questo lavoro", osserva Francesco Viviani, tenente di Giulio Bruni. "A mente fredda cosa penso dell’ultima vittoria? C’è anche l’orgoglio di esserci riusciti, una cosa che non capita a tutti". Non si parla di fantini, a parte qualche battuta. Perché, in fondo, al palio di Provenzano mancano neppure tre mesi. E vantaggi non si danno a nessuno. "Una grande fortuna aver potuto vivere quel momento sul palco – ammette Ascheri –, c’è voluto tempo per metabolizzare quello che avevamo fatto. La cosa più bella è aver visto tutto il popolo felice".

Fare beneficenza è nel dna delle Contrade. Non era un caso la presenza di Vincenzo Pratelli, padre di Arturo a cui è intitolata l’associazione che sta sviluppano iniziative preziose per ricordarlo. "Daremo ad essa i fondi raccolti durante la serata, è molto generosa con il territorio", dicono i mangini vittoriosi. "Sappiamo già a chi li destineremo – rilancia Pratelli – , ho contattato il padre di Diego, il ragazzo di cui ha scritto proprio La Nazione, che dopo l’incidente di moto sta affrontando una difficile e costosa riabilitazione. Saranno tutti per lui". Di più: "Mi metterò d’accordo con i mangini di Lupa e Onda, andremo insieme a portargli tutto". Che si aggiungerà alla raccolta attivata dagli amici su gofund che sta sfiorando già i 47mila euro.

Si sta allenando intanto per mantenere fede al fioretto fatto in caso di vittoria il tenente di Malborghetto Mirko Gentilini. "Sì, sarà sabato 24 maggio. Partirò da San Giuseppe con l’asta del capitano raggiungendo a piedi l’abitazione al Petriccio di Alessandro Toscano", spiega ricordando "i cinque giorni in cravatta a luglio che per me sono già stati sacrificio, fatto volentieri per carità. Sono cresciuto in Contrada sin da bambino, come tutti sognavo di fare il barbaresco e il dirigente: ho avuto la fortuna di poter vincere in questi ruoli, per me è il massimo". "Cosa resta nel mio archivio del cuore del 4 luglio? Per me è sempre importante che vinca l’Onda – dice Jacopo Castagnini – , è il terzo successo da mangino , penso che sia una cosa straordinaria. L’ultimo è stata la ciliegina sulla torta perché non eravamo nettamente favoriti, perché s’è vinto con un fantino che già l’aveva fatto nel 2017 e con cui c’è stato un rapporto intenso nell’ultimo decennio".

"Ho lasciato dopo due Palii vinti, 2018 e 2024, uno da alfiere di Piazza. Più passa il tempo e più realizzo cosa è stato il nostro Palio – spiega Giacomo Vichi, tenente della Lupa –, nato complicato, strano. E’ cresciuto, siamo diventati credibili. Una Contrada che ci ha supportato in una situazione non proprio semplice". Alessandro Pescatori mostra invece un foglio che il figlio Vanni di 11 anni gli aveva mandato prima che fossero dati i cavalli. "Era l’elenco dei nomi che avrebbe scelto lui e accanto al nome di Benitos aveva scritto ’io’. Voleva quello". "Futuro mangino!", scherza Vichi. Di quei momenti sul palco, il 17 agosto, Michele Carrabba ricorda di essersi messo volutamente dietro Francesco Viviani. "Dopo il secondo San Martino, nel silenzio più assoluto, gli toccai una spalla: ’Checco, ci siamo...’"