PAOLA TOMASSONI
Cronaca

I medici in assemblea Gli obiettivi di Monaco "La sfida è ricostruire la sanità pubblica"

I numeri del presidente dell’Ordine di Siena e segretario nazionale "Medaglie a cinque dottori iscritti da 70 anni, 33 da 50 e 61 da 25 anni. Giuramento di Ippocrate di 36 neolaureati. Numero chiuso? Necessario".

I medici in assemblea  Gli obiettivi di Monaco  "La sfida è ricostruire  la sanità pubblica"

I medici in assemblea Gli obiettivi di Monaco "La sfida è ricostruire la sanità pubblica"

di Paola Tomassoni

L’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Siena torna a riunire i suoi 3.250 professionisti iscritti: l’appuntamento annuale con l’assemblea domani pomeriggio all’Hotel Garden e vedrà la partecipazione, insieme a Roberto Monaco, presidente dell’Ordine di Siena e segretario della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, del presidente della Regione Eugenio Giani e dei vertici della Federazione nazionale, il presidente Filippo Anelli e il vice Giovanni Leoni.

"L’assemblea annuale, che sarà allietata dall’accompagnamento musicale degli allievi del conservatorio Franci – annuncia il presidente Roberto Monaco -, è l’occasione per la consegna delle medaglie, i caducei, ai nostri iscritti a 25 (sono 61) e 50 anni (sono 33) dalla laurea e quest’anno avremo anche cinque medici che passano il traguardo dei 70 anni d’iscrizione. L’evento clou è poi il giuramento di Ippocrate per i neolaureati, che sono 36. La ‘Giornata del medico’ certifica la buona medicina erogata da parte di professionisti che con spirito di missione e senso etico si fanno carico di cotanto lavoro".

Come sta la sanità senese?

"La sfida è ricostruire la sanità pubblica, evitando la deriva, il ricorso a quella privata. Che però non è da demonizzare, anzi è il supporto, l’aiuto a quella pubblica, che deve comunque tornare ad essere la risposta primaria sul territorio. Tutta la sanità è fatta di professionisti".

Quali gli ostacoli attuali?

"L’eccessiva burocratizzazione dell’attività: vorrei vedere il medico guardare il malato e meno lo schermo del computer. Poi c’è il problema che mancano specialisti, medici di base e professionisti dell’emergenza e pronto soccorso. Il servizio pubblico va salvaguardato e reso appetibile ai giovani, anche dal punto di vista economico. In modo da evitare la fuga di cervelli verso l’estero: non ha senso che i nostri giovani vadano a fare grandi altri Paesi, quando possiamo avere una grande Italia. Le nostre Ferrari è bene che corrano in circuiti nazionali".

Con la cronica mancanza di medici, ha ancora senso il numero chiuso del corso di laurea di Medicina?

"E’ necessario, indispensabile. E nei prossimi anni avremo tanti laureati. Importante è che ad ogni laurea corrisponda una borsa di studio per la specialistica. Il problema è l’imbuto delle scuole di specializzazione, insieme al fatto che alcune specialistiche sono sdegnate dai neolaureati e accusano un costante calo di iscrizioni. Mi riferisco ad alcune aree considerate a rischio, più faticose e meno appaganti, come la medicina d’emergenza-urgenza, i pronto soccorso. Bisogna trovare il modo per rendere appetibili questi posti. E su questo punto l’Ordine è pronto ad una riflessione con la Regione".