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Riccardo Pucci (Cisl), Alice D’Ercole (Cgil) e Sandro Santinami (Uil)
Una Piattaforma unitaria sul lavoro e lo sviluppo del territorio. E’ quella presentata ieri dai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, che lanciano un appello a istituzioni, associazioni datoriali e Camera di commercio a ’fare squadra’ contro la crisi delle industrie e dei distretti in provincia di Siena.
La leader della Cgil di Siena, Alice D’Ercole, ha lanciato l’allarme: "Nel 2023 le ore di sostegno al reddito finanziate dall’Inps e dalla bilateralità nell’artigianato sono state oltre 4,3 milioni, con un incremento rispetto al 2019 del 150%. Un dato – ha rimarcato – che peggiora ulteriormente nel 2024 per l’apertura di nuove crisi con procedure di cassa integrazione, licenziamenti per chiusura di stabilimenti, contrazione di occupati in imprese importanti, incremento del numero di part-time involontari (soprattutto negli appalti di servizio) e cessazioni dei contratti precari per effetto della stagionalità, ma anche per il loro distorto utilizzo". E ancora: "Nel nostro territorio l’8% dei lavoratori dipendenti vive situazioni di crisi, sono circa 1200 i posti di lavoro che nel giro di un anno sono stati cancellati – ha affermato D’Ercole –. L’arretramento del manifatturiero e delle costruzioni rischia di lasciare il territorio a due sole leve di traino: turismo e agricoltura, comparti a ridotta innovazione, con manodopera facilmente sostituibile e con bassi salari". La segretaria generale della Cgil di Siena ha aggiunto: "Nel 2023 dei circa 70.500 avviamenti al lavoro, solo 5.600 (meno dell’8%) sono stati a tempo indeterminato, mentre hanno superato l’8% i nuovi assunti con contratti intermittenti. E la liberalizzazione delle causali ha fatto impennare a oltre il 62% gli avviamenti con tempi determinati. Quindi se è vero che l’occupazione in provincia cresce del 3,5% e la disoccupazione non arriva al 4%, aumenta il lavoro povero, quello in cui la durata media dei contratti è 7 mesi e nella maggior parte dei casi si arriva a un licenziamento involontario nei 24 mesi successivi (effetto degli incentivi una tantum)".
Il segretario generale della Cisl di Siena, Riccardo Pucci, ha spiegato: "La media delle giornate lavorate in provincia è più alta di quella italiana (247 su 244) ma quella delle buste paga è di 3 euro inferiore; inoltre qui l’inflazione è tra le più pesanti d’Italia, cioè 434 euro annui in più. Un impoverimento evidente, con un terzo della popolazione in possesso di un Isee sotto i 7.000 euro". Di qui la necessità di "dare un segnale e presentare delle proposte, senza sostituirsi alle istituzioni – le parole di Pucci –. Non è il momento di dividersi, ma di fare passi avanti insieme".
Concorde Sandro Santinami, al vertice della Uil di Siena: "Abbiamo individuato nella Piattaforma dei punti in modo unitario e questo è il primo successo. Ora il sistema nazionale e territoriale sono in crisi – il suo commento –. Non abbiamo mai avuto qui una scuola imprenditoriale che facesse da traino. Spero che il nostro impegno per il rilancio dello sviluppo del territorio sia di aiuto. Quello che sta succedendo per Beko, non deve più accadere".
Di qui le proposte dei sindacati: "Attivare in tutti i Comuni il confronto sulla Piattaforma unitaria di contrattazione sociale relativa ai Bilanci preventivi; arrivare in tutti i Comuni alla sottoscrizione di un accordo sugli appalti per agire a tutela dei lavoratori, sul rispetto dei contratti, sulla qualità dei servizi e scongiurare procedure improntate al massimo ribasso; costituire in tutti i Comuni l’Osservatorio Turistico di Destinazione. Previsti anche un tavolo sull’agricoltura con Provincia, Prefettura, Questura, Itl, i Comuni, le parti datoriali e li sindacati, nonché un tavolo in Provincia sullo sviluppo e il rilancio del territorio".
C.B.