di Federica Damiani
Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano lo ha descritto come ‘un ritrovamento eccezionale’. Ben 24 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, ex voto e altri oggetti ma anche 5000 monete in oro, argento e bronzo. Queste le ultime scoperte frutto della campagna di scavo al santuario etrusco romano del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni. I giovani archeologi che nei mesi scorsi hanno estratto le statue dal fango devono aver provato la stessa identica emozione di Stefano Mariottini, il sub romano che nel 1972, a 8 metri di profondità rinvenne nel mare della Calabria I ‘nostri’ Bronzi di Riace. Era un Agosto caldo, allora come quello del 2022.
I bronzi di oggi estratti dall’acqua termale, quelli di cinquanta anni fa dall’acqua di mare. Ancora l’acqua che tutto protegge e custodisce. Un potente e immaginario liquido amniotico capace di dare e ridare vita ai desideri di chi si recava nella vasca sacra a chiedere una grazia, una guarigione, un figlio sano e forte. Le divinità da pregare erano tante in questa vasca dell’antichità; Fortuna Primigenia, Ercole, Apollo, Igea, Iside sono solo alcune. A loro si rivolgevano i fedeli con piccoli voti in bronzo, le famiglie più ricche con intere statue di straordinaria fattura e per volontà dell’Imperatore migliaia di monete di conio create appositamente per il santuario di San Casciano.
Solo agli inizi del V secolo d.C. il santuario venne smantellato e chiuso. Il grande tesoro sacro nella vasca fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto. Oggi tutti questi tesori stanno tornando alla luce. Le statue dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino. A più riprese - sicuramente nel corso del I secolo d.C. - le statue furono staccate dal bordo della vasca e depositate sul fondo. Dunque non si tratta di uno scarico di materiale sacro nell’acqua calda, ma di una deposizione rituale, mediata con la divinità. Gli atti votivi proseguirono poi fino al IV secolo d.C.
Durante la visita a Grosseto al laboratorio dell’Istituto Centrale del Restauro, dove sono in corso I restauri, il direttore generale Musei Italiani Massimo Osanna, presente insieme al ministro Sangiuliano, al professor Jacopo Tabolli, al Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MIC Luigi La Rocca, ha dichiarato che si tratta "della scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai avvenuiti nella storia del Mediterraneo".
Il direttore di scavo Emanuele Mariotti ha dichiarato: "La campagna di scavo che ho avuto l’onore e il piacere di dirigere sul campo per 14 settimane tra giugno e ottobre, ha ottenuto risultati stupefacenti e in parte inaspettati. Sebbene già lo scavo del 2021 avesse messo in luce una parte significativa della grande vasca sacra, del suo deposito votivo e delle architetture che la contornavano, i ritrovamenti e la monumentalità esibita del sito hanno superato le nostre aspettative".
Anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, ha commentato la notizia del ritrovamento a San Casciano. "Una scoperta straordinaria. In Toscana scriviamo oggi una nuova pagina di storia a conferma di quanto la nostra regione sia terra dal grande patrimonio culturale. Ringrazio gli archeologi e tutto il team di ricerca e un ringraziamento particolare va alla sindaca di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti che con lungimiranza e tenacia ha sostenuto la campagna di scavi". La campagna di scavo infatti è stata integralmente finanziata dal Comune di San Casciano dei Bagni e si avvale anche del contributo di società e fondazioni internazionali. Il ministero della cultura, nella figura del direttore Osanna, ha seguito e supportato il percorso degli scavi sin dall’inizio. Il Progetto futuro sarà quello di ospitare, oltre al museo, un parco archeologico fruibile da tutti.