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I timori del Drago: "Non siamo ’sergenti’. Spetta alle autorità risolvere il problema"

Ieri incontro fra il procuratore Boni, il questore e il comandante provinciale dell’Arma. Sotto la lente una ventina di ragazzi, molti minorenni. Escluso l’uso di machete.

Luigi Sani, priore del Drago, è molto preoccupato della situazione

Luigi Sani, priore del Drago, è molto preoccupato della situazione

di Laura ValdesiSIENA"E’ ovvio che c’è molta rabbia, dopo quanto accaduto sabato pomeriggio. Senso di impotenza e desiderio che questa situazione non si radichi. E venga risolta al più presto da chi ha le competenze, compito che certo non spetta alle Contrade". Netto il priore del Drago Luigi Sani. Sono avvenuti in ’casa’ sua l’inseguimento e il ferimento all’interno del supermercato, il parapiglia in piazza Matteotti. Come pure il ritrovamento, qualche giorno fa, di due lunghi coltelli all’angolo con via del Paradiso. "Fino a questo momento nessun senese è rimasto coinvolto, se la sono vista fra sè. Ma non per questo quanto accaduto è accettabile. Fermo restando che non posso dare garanzie di niente, se un giorno per un mattutino ci troviamo nel mezzo e la cosa sfugge dal controllo. Fermo restando che noi non intendiamo fare le sentinelle, però il territorio è nostro. E perché resti tale lotteremo, per quanto possibile, restando sempre nell’ambito delle regole. Stasera (ieri, ndr) lo diremo anche al questore. Da cui ho trovato massima disponibilità, come da tutte le istituzioni", sottolinea Sani. Che ribadisce il concetto: "Le Contrade non sono sergenti che devono risolvere il problema. Niente iniziative. Ma vogliamo poter stare liberamente nel nostro territorio. Il rispetto della legalità vale per noi ma deve essere così anche per gli altri". Non nasconde poi il timore che con la ripresa delle attività e la bella stagione possano verificarsi attriti con la comunità contradaiola, che certo non li cercherà, ma più in generale con residenti e senesi. Intanto si sta facendo strada, nel Drago come in altri rioni, l’idea di organizzare più eventi sul territorio per ’togliere’ spazi a chi li occupa per risse, furti e aggressioni. "Fra le ipotesi che vorrei proporre alla Contrada quella di organizzare un evento all’aperto, magari legato ai bambini – spiega il priore di Camporegio – ma non può essere certo questa la soluzione del problema". L’inchiesta infatti prosegue. Guardando video e telecamere, lavorando all’identificazione di chi ha partecipato ai fatti di via Pianigiani e di sabato. Sotto la lente una ventina di ragazzi, molti minorenni, alcuni già colpiti da daspo o denunciati. Si scava sul movente dei tafferugli con i pakistani. Fra le ipotesi quella del braccio di ferro per il controllo del territorio. Relativamente all’episodio dei bastoni nascosti in Fortezza, esclusa la presenza di machete. Intanto le pattuglie di polizia e Arma, unitamente alla Finanza che concorre al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, proseguono i controlli serrati. Ieri mattina c’è stato poi un incontro di un paio di ore a palazzo di giustizia fra il procuratore Andrea Boni, il questore Ugo Angeloni e il comandante provinciale dei carabinieri Angelo Pitocco. L’obiettivo era di valutare i fatti penalmente rilevanti emersi fino a questo momento nel centro storico che hanno destato allarme sociale. Il questore Angeloni ieri sera ha poi incontrato i priori al Magistrato delle Contrade.