SIENA
Cronaca

Idrocarburi alle Fonti di Pescaia, c’è la bonifica

Per chiudere l’emergenza ci vorranno cinque anni e oltre 1 milione di euro. La conferenza dei servizi dà il via libera al progetto

di Orlando Pacchiani

Serviranno ancora quasi cinque anni per dichiarare chiusa l’emergenza inquinamento alle fonti di Pescaia, dopo lo sversamento di gasolio dalla sede di Banca Monte dei Paschi in via Ricasoli. L’episodio avvenne a fine ottobre 2020, in un’area dall’elevato valore ambientale e storico, considerata la rilevanza della fonte medievale e la presenza del Museo dell’acqua nell’edificio sovrastante. Ora la conferenza dei servizi ha dato il via libera al progetto operativo di bonifica, che fissa l’avvio dell’intervento entro il primo trimestre del prossimo anno.

Il completamento è fissato entro il 30 giugno 2025, il monitoraggio delle acque di falda e collaudo entro il 30 settembre 2027. Il costo complessivo, Iva compresa, è di circa 1,2 milioni di euro. Alla conferenza dei servizi erano presenti Arpat e Banca Monte dei Paschi, oltre al Comune e al parere di Regione Toscana. L’allarme era scattato il 30 ottobre 2020, con la denuncia dello sversamento, cui seguiva un immediato sopralluogo dell’Arpat.

Subito interessato anche il Comune, ovviamente, che a distanza di poche settimane autorizzava "la realizzazione di un by-pass delle acque pulite provenienti dal bottino per il conferimento delle stesse in fognatura bianca" si ricorda ora. Un intervento molto complesso che vedeva poco dopo in campo anche la Soprintendenza per consentire gli scavi e le indagini anche nell’area circostante la fonte.

Si parlò allora di oltre 20mila litri di gasolio fuoriusciti e di un’area interessata dallo sversamento stimata in oltre mille metri quadrati. Un iter particolarmente intricato, quello che ne è seguito, con vari soggetti coinvolti, approdato poi alla presentazione del piano di indagini ambientali da parte di Banca Monte dei Paschi e ai relativi studi per individuare e definire l’area contaminata.

Nel corso di queste lunghe procedure, ad agosto 2021 Arpat rilevava ancora la presenza di "un considerevole spessore di idrocarburi" in superficie, una "sorgente primaria di contaminazione da rimuovere quanto prima". Per Arpat era quindi fondamentale "evitare un’ulteriore compromissione delle sottostanti acque sotterranee che alimentano i bottini collegati alla fonte di Pescaia", installando così un sistema di recupero degli idrocarburi. Sistema automatico collocato, a inizio settembre, da Mps.

Il procedere delle indagini e degli studi preliminari ha portato ad aprile all’approvazione dell’Analisi di rischio sito specifica e nei giorni scorsi a quella del progetto operativo di bonifica, presentato da Banca Monte dei Paschi.

Si tratterà ora di predisporre il cantiere per avviare l’operazione che consentirà di ripristinare la situazione in piena sicurezza Il caso era approdato anche in consiglio comunale, con un’interrogazione di Davide Ciacci di Siena ideale, poi era in qualche modo rimasto nel limbo in attesa che la lunga fase preparatoria del progetto di bonifica si concludesse.

L’allarme aveva riguardato i rischi di contaminazione, anche del torrente Tressa, e i danni a un patrimonio storico straordinario, per una delle splendide fonti medievali senesi. Ora finalmente, a oltre due anni di distanza dall’accaduto, si intravede la partenza dell’operazione di ripristino della situazione.