SIENA
Cronaca

Il bagno di folla nel nome di Artemio Quando O Rei camminò sulle lastre

Era il 5 giugno 2006, Pelè arrivò a Siena per ricevere il premio Franchi. Il ricordo di una giornata storica

di Massimo Bianchi*

La straordinaria avventura umana e sportiva, del sapore di una favola e di una leggenda, di Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè, si è incontrata almeno per un giorno con la storia della nostra città che lo ospitò il 5 giugno 2006 nella cornice del Santa Maria della Scala. L’occasione era la cerimonia di consegna del prestigioso ‘Premio Siena Artemio Franchi 2006’ promosso dalla Fondazione Artemio Franchi e dalla Sezione senese dell’Associazione Italiana Arbitri. Un premio nato nel 1973 dalla fervida mente del compianto senese Loris Guiggiani, per anni guardalinee in serie A. Lo scopo, una delle tante iniziative utili a ricordare il nome e l’opera umana, sociale e sportiva di Artemio Franchi, era quello di individuare figure capaci di incarnare ed esaltare i valori culturali, etici e morali.

Per questo fu scelto il nome di un personaggio straordinario come Pelè. Lui accettò con entusiasmo per il ricordo che aveva di Franchi e soprattutto per la stima, la simpatia e il profondo legame che si era creato tra il grandissimo campione brasiliano e il dirigente calcistico. Rapporto che era nato a partire dai mondiali del 1966, passando per il torneo del Messico del 1970 quando il Brasile sconfisse l’Italia in una finale tiratissima con l’epico colpo di testa proprio di Pelé a indirizzare la partita, al termine della quale lo stesso Franchi, allora presidente della Figc, si complimentò sinceramente con la Perla Nera del calcio mondiale. Tanti i ricordi di Artemio che Pelè raccontò al figlio Francesco, nella tre giorni trascorsa in Toscana tra le vie di Firenze - dove soggiornò in un albergo vicino a Piazzale Michelangelo - e tra i vicoli di Siena. A Siena arrivò nella mattinata del 5 giugno e fu subito portato nel Museo della Contrada della Torre per una visita guidata e dove gli fu scattata una foto con alle spalle il drappellone di Manolo Valdes vinto il 16 agosto 2005 e in altri luoghi simbolo della Contrada come la Fontanina di via Salicotto. Poi il passaggio estasiato in Piazza del Campo, dove fu riconosciuto dai tanti senesi e dai turisti presenti ai quali si concesse sempre con la consueta generosità per la foto di rito e per un rapido saluto. E infine la passerella a piedi in via di Città verso la Sala San Pio del Santa Maria della Scala, teatro della premiazione, gremitissima di autorità e di ospiti ma anche di tanta gente semplice accorsa semplicemente per ’vedere da vicino un mito’. Straordinarie anche le parole che Pelè usò per descrivere le sue sensazioni che le cronache di quei giorni riportarono fedelmente grazie ai resoconti di Katiuscia Vaselli ed Ezio Sabatini: "Ho vinto la Coppa del Mondo, ho avuto l’onore di ricevere i complimenti del Papa e della Regina d’Inghilterra, ma il premio che ricevo oggi è altrettanto importante perché porta il nome dell’uomo che ha portato in alto il nome del calcio in Italia e nel mondo, un uomo vero: Artemio Franchi".

Un evento e una cerimonia che avveniva durante la forte tempesta che si era scatenata sul calcio italiano con lo scandalo di Calciopoli e Pelè, chiamato a esprimere una sua opinione in merito al grave momento di difficoltà del movimento calcistico italiano, che aveva avuto una forte risonanza anche in Brasile, non esitò ad auspicare che la giustizia sportiva compisse fino in fondo, in presenza di prove certe, il proprio dovere nei confronti di tutti gli attori coinvolti, dirigenti, arbitri e giocatori: fattore questo - secondo l’opinione dell’ex campione brasiliano – assai importante e decisivo per recuperare la fiducia del pubblico e dei tifosi.

Pelè non mancò anche di parlare degli imminenti Mondiali sicuro che gli scandali non avrebbero condizionato - giusto profeta - le prestazioni degli azzurri di Marcello Lippi. All’indomani del Premio Siena, arrivò a Francesco Franchi una lettera dall’entourage del mito brasiliano, firmata dalla manager del campione Caterina Casagrande, e non si trattò di un atto formale per il premio ricevuto ma il sincero ringraziamento per i giorni che Edson Arantes do Nascimento aveva trascorso in Toscana. Giusto riportare alcuni brani della lettera: "Abbiamo avuto la netta sensazione di aver conosciuto delle persone molto serie professionalmente ma soprattutto dei grandi esseri umani. Ci siamo sentiti a casa nostra. Questa, in un mondo tanto complicato come quello che viviamo, è una rarità e siamo felici di essere stati noi ad avere avuto questo privilegio".

*vicepresidente della Fondazione Artemio Franchi